La crisi economica miete “vittime”, nel senso di posti di lavoro, un po’ i tutti i settori dell’economia ma il mondo dell’IT e della consumer electronic sembrano particolarmente colpiti.
Dopo Google e Adobe, che ha annunciato tagli riguardanti quasi il 10% della forza lavoro, anche Canon ha reso noto di non intendere rinnovare oltre 1100 contratti a termine. E le due aziende sono in buona, si fa per dire, compagnia visto che a fronte di previsioni di forte calo dei ricavi, molte altre aziende hanno annunciato tagli più o meno incisivi ad investimenti e nuove assunzioni.
Ovvio, in questo contesto, pensare che anche Apple risenta della pesante congiuntura, soprattutto in un momento della sua storia in cui larga parte delle vendite sono rappresentate da prodotti consumer, quel famoso superfluo che, in tempi di vacche magre, dovrebbe essere la prima voce da depennare dal bilancio personale.
Ma a Cupertino la crisi sembra non essere (ancora?) arrivata: nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di parlare con un paio di amici italiani (i classici cervelli in fuga) che lavorano da tempo per la mela morsicata in California: l’atmosfera che si respira ad Infinite Loop sembra essere più serena che altrove nella Silicon Valley, non ci sono voci di tagli in vista e anche i contratti a termine non dovrebbero subire variazioni sostanziali.
Le uniche perplessità, paradossalmente, vengono dall’Europa.
Nella sede operativa principale di Apple nel Vecchio Continente, quella di Cork in Irlanda, la preoccupazione è maggiormente diffusa: pur in assenza di segnali provenienti da San Francisco, i dipendenti europei della mela sanno di essere tradizionalmente più “nel mirino” dei colleghi americani. In caso di crisi, dicono, i primi a saltare sarebbero loro.
In generale, tuttavia, la situazione sembra sotto controllo e permette addirittura un certo ottimismo per il futuro: secondo le stime più diffuse, Apple dovrebbe essere tra le poche aziende dell’IT (assieme a Nintendo) in grado di continuare a crescere (seppur ad un ritmo minore) nei prossimi mesi, garantendo profitti e, di conseguenza, permettendo di mantenere inalterati gli investimenti.
L’unica vera preoccupazione può giungere dal Macworld Expo, la nota manifestazione annuale che si tiene a Gennaio a San Francisco: il disimpegno annunciato da molte delle aziende in crisi potrebbe minare la buona riuscita di un evento che ha sempre portato ad Apple una visibilità di rilevanza mondiale. Ma a questo c’è un facile rimedio, essendo sufficienti annunci di prodotti importanti per bocca di Steve Jobs a riprendersi le prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
Ed è quello che, crisi o non crisi, tutti noi ogni anno speriamo…