La fotocamera di iPhone 3GS è rivoluzionaria e parla (in parte) italiano?

La fotocamera di iPhone 3GS è rivoluzionaria e parla (in parte) italiano?


Il lancio di iPhone 3GS, dotato della nuova fotocamera integrata da 3 Megapixel con funzione tap-to-focus, ha alimentato molte interessanti discussioni tra gli appassionati di tecnica e tecnologia fotografica.

In alcuni forum e siti si è diffuso il convincimento che Apple abbia scelto un sensore fotografico di Omnivision: a molti questo non dirà molto, ma il fatto è che l’azienda californiana ha recentemente acquisito una tecnologia da molti giudicata rivoluzionaria, denominata Wavefront Coding.
Questo sistema, sviluppato tra anni ’90 e primi anni 2000 da CDM Optics con la consulenza e collaborazione della Zeiss, sfrutta un elemento ottico asferico specifico all’interno della lente e permette, elaborando in maniera non lineare i dati catturati dal sensore, di estendere la profondità di campo oltre limiti impensabili per la normale tecnologia ottica e di sviluppare schemi ottici meno complessi e costosi rispetto a quelli tradizionali.

Tale processo fa storcere il naso ai puristi, che ritengono l’immagine risultante sostanzialmente un artefatto, essendo frutto più della elaborazione elettronica che non della composizione della luce da parte degli elementi ottici.

La realtà dei fatti, tuttavia, sembra essere leggermente diversa.

iPhone 3Gs, infatti, non utilizzerebbe il sistema Wavefront Coding, bensì il sistema Software Lens brevettato dall’azienda israeliana dBlur ed implementato in un chip prodotto dall’azienda italiana STMicroelectonics, già fornitore di Cupertino degli accelerometri per i suoi dispositivi mobili.
La tecnologia alla base del sistema Software Lens è la cosiddetta EDoF (Exdended Depth of Field): si tratta di un approccio simile al Wavefront Coding ma meno radicale, in cui l’elemento ottico “codifica” la luce trasmessa al sensore, ed il cui output viene successivamente elaborato applicando correzioni specifiche per eliminare difetti quali rumore e vignettatura, oltre a selezionare il corretto piano focale.

In sostanza, mondando quanto sopra di tutti i tecnicismi, il risultato ottenuto è un’immagine con caratteristiche qualitative superiori ad un sistema tradizionale di pari costo ovvero, ribaltando il concetto, un’immagine di qualità apparente pari ad un sistema otticamente più complesso e dunque più costoso.

Il sistema di STM usato in iPhone 3GS dovrebbe essere il VD6803, costituito da un sensore CMOS da 1/4 di pollice e 3.15 Megapixel abbinato a 4 lenti EDoF in materiale plastico e di un chip con tecnologia Software Lens.

L’utilizzo di questo prodotto confermerebbe anche la possibilità, per la videocamera di iPhone 3GS, di catturare video in alta definizione: le specifiche, infatti, indicano il supporto per il formato HD 1080p a 30fps, per quanto pare che il limite dello smartphone di Cupertino sia il formato 720p, dovuto alla capacità di elaborazione del processore ARM.

In ogni caso ci troviamo di fronte ad un elemento tecnologico innovativo, che sicuramente susciterà discussione, ma che testimonia la costante volontà di Cupertino di innovare.

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