Oggi si fa un gran parlare dei graffi e dei segnacci che restano impressi sulla scocca dell’iPhone 5, ma c’è stato un tempo -sconosciuto ai più- in cui il problema era costituito dalle strisciate delle scarpe sulle superfici calpestabili degli Apple Store. Ecco un paio di aneddoti davvero deliziosi sullo storico iCEO.
Siamo nel 2004, racconta Forbes, a pochi minuti dall’apertura ufficiale dell’Apple Store di Stanford; a un certo punto, a Steve Jobs in persona “prende un colpo” quando si accorge dei segni delle scarpe sui pavimenti e delle impronte digitali sulle altre finiture. Fosse per lui, non uscirebbe neppure a parlare con la stampa:
Quando riuscimmo finalmente a convincere Jobs a uscire, il sipario si aprì davanti a un manipolo di giornalisti. Poi ho visto il pavimento, e mi sono immediatamente rivolto a Jobs, che era vicino a me, e gli ho chiesto se era stato interpellato su tutti gli aspetti del design. Ha annuito. “È evidente che chiunque abbia progettato lo store non abbia mai pulito un pavimento in vita sua” gli ho detto. Ha strabuzzato gli occhi ed è tornato dentro.
Stando a quanto racconta il dirigente Apple a Forbes, Jobs avrebbe costretto il design team dell’Apple Store a fare un sopralluogo, e ad armarsi di secchi e strofinacci per ripulire il tutto. Praticamente una lezione di vita: il design è importante, ma lo è anche la scelta dei materiali giusti.
In un’altra occasione, Jobs fu costretto a nascondere la propria Porsche alla vista di H. Ross Perot, il miliardario che al tempo dei fatti era in procinto di effettuare un importante investimento in NeXT:
[L’ingegnere del software NeXT Randy] Adams, utilizzando un po’ del denaro guadagnato dalla vendita della sua società, ha acquistato una Porsche 911 nel medesimo periodo in cui lo fece Jobs. Per evitare di produrre danni sulla carrozzeria, di solito le parcheggiavano a distanza di tre posteggi l’una dall’altra. Un giorno, Jobs si è precipitato nell’ufficio di Adam e gli ha detto che dovevano spostare subito le loro auto.
“Ho detto ‘Cosa?’ e lui ha aggiunto ‘Randy, dobbiamo nascondere le Porsche. Sta arrivando Ross Perot per investire nella società, e non vogliamo pensi che abbiamo un sacco di soldi.'” Così spostarono le macchine sul retro degli uffici NeXT di Palo Alto, e Perot investì 20 milioni di dollari nel 1987, guadagnandosi un posto nel consiglio di amministrazione.
Tenetelo a mente, la prossima volta che qualche milionario volesse investire in una vostra società. Il macchinone è meglio che non si veda.