Secondo Munster sarebbe arrivata, al più tardi, a marzo 2013, mentre per Bloomberg era semplicemente imminente, e invece niente da fare. Il servizio di radio on demand in stile Pandora di Cupertino è ancora “ben lontano dall’essere pronto” e la ragione del ritardo sta principalmente nella diffidenza delle Major.
Ci aspettavamo un debutto in tempi record, magari con il prossimo update di iTunes 11, e forse le cose sarebbe potute andare così se non fosse che le trattative con le etichette e i detentori dei diritti si sono arenate da un pezzo:
I rumors continuano a circolare ma diverse fonti dell’industria musicale ci hanno rivelato che l’accordo offerto da Apple per la sua iRadio nelle scorse settimane ha lasciato le Major -Sony Music Entertainment, Warner Music Group e Universal Music Group- completamente indifferenti.
Le mie fonti dicono che, bene che vada, un accordo con le Major è ben lontano dall’essere pronto. Anche se Apple dovesse addolcire la propria offerta o le grandi etichette cambiassero idea domattina, trattative del genere richiedono comunque del tempo. E perfino nello scenario più favorevole, ci vorrebbe un po’ prima di vedere la iRadio.
E visto che lo scenario tutto sembra tranne che favorevole, viene da sé che un altro anno passerà come niente. Certo, molto dipenderà anche dalle capacità di persuasione di Eddy Cue -attuale responsabile dell’iTunes Store, di App Store, di iCloud, di iBookstore, di iAd, di Siri e delle Mappe Apple- ma stavolta l’impressione è che l’inghippo non sia tanto nell’imperizia di Cupertino ma nell’eccessiva bravura. Dove arriva, ultimamente la mela fa terreno bruciato della concorrenza, e finisce spesso con l’acquisire un’importanza tale che le consente di dettare le regole. Un imperdonabile errore che è stato già commesso con la distribuzione musicale digitale, e che non si ripeterà tanto facilmente.