Flashback. Torniamo indietro di un anno esatto. Siamo al Macworld 2007 e viene annunciato al mondo un prodotto che si preannuncia rivoluzionario, iPhone. Mentre le azioni di Apple sono in salita vertiginosa, il CEO di Rim (che produce i Blackberry) piange lacrime amare.
Sorpresa: il mondo della telefonia come lo si conosceva è cambiato. Apple, infatti, strappa condizioni da favola con AT&T e sconvolge gli equilibri granitici che regolavano la coesistenza di produttori di cellulari e carrier telefonici. Praticamente li capovolge.
In America, grazie alle ricerche svolte da reporter senza scrupoli (ce ne fossero anche da noi), vengono finalmente dissolti i dubbi sugli avventurosi retroscena che hanno portato alla situazione odierna. Wired ha pubblicato un interessantissimo articolo che svela parecchi altarini.
Pare ad esempio che, appena un mese prima dell’annuncio al Macworld di Gennaio, non ci fosse neppure un prototipo funzionante. E’ superfluo sottolineare lo stress e l’insonnia cui sono stati sottoposti gli ingegneri Apple (o poveracci, fate voi) durante quel lunghissimo mese.
Così si scopre, ad esempio, che la ricerca e lo sviluppo di iPhone sono costate ad Apple 150 milioni di dollari e che la segretezza del progetto era tale che persino i team hardware e software – che lavoravano sullo stesso prodotto – erano tenuti separati. Infatti gli ingengeri Hardware lavoravano su circuiteria piena di software fasullo, mentre gli ingegneri software manipolavano circuiteria incastonata in scatole di legno. Il giorno dell’annuncio, a Cupertino, erano appena in 30 a sapere cosa teneva in tasca Steve Jobs.
A prescindere dai cambiamenti cui assisteremo in futuro, di certo è vera una cosa. Già dal 2002, 2003 Apple era ben conscia che gli apparecchi tascabili convergenti sarebbero stati il futuro e che, prima o poi, tale futuro avrebbe eclissato il fenomeno iPod. La direzione intrapresa dal fallimentare (e orripilante) “Mactorola” tentava proprio di percorrere questa nuova strada, ma è con iPhone che Apple fa il colpo grosso.
Diciamoci la verità, iPhone ha molte limitazioni e si sa. L’assenza di UMTS, il prezzo inizialmente troppo alto, nessuna possilità di registrare filmati o di eseguire ricerche nelle mail. Safari non supporta neppure applicazioni scritte in Java o Flash. Il vero merito di questo dispositivo, forse, è altrove.
l’iPhone ha spaccato la struttura carrier-centrica dell’industria wireless ed ha spalancato la porta ad una pletora di possibilità per consumatori, sviluppatori, produttori — e potenzialmente, per le stesse compagnie telefoniche.
Come dire, l’incubo dei carrier si è realizzato? Il gestore telefonico è diventato semplice rivenditore di servizio e connettività? Forse l’atavica paura dei carrier era proprio ciò di cui avevano bisogno. Lode a Jobs, allora, per aver fatto capire che un generale abbassamento dei costi (viva la flat) libera il consumatore dall’assillo della bolletta, aumenta l’uso dei servizi e induce dunque maggiori guadagni. Il tutto, però, al prezzo d’avere un nuovo intermediario tra rete e utenti.
Brava Apple.