Steve Jobs ha rivoluzionato la fruizione dei contenuti su Internet, convincendo gli utenti a pagare: questa la conclusione di un’analisi condotta da Charles Arthur. L’autore prende in considerazione dieci anni di attività di Apple e paragona il prima al dopo Jobs.
Partiamo dal panorama musicale: per ottenere i brani musicali preferiti, non esistevano poi molte alternative. Illegalmente, le soluzioni più utilizzate erano Napster, LimeWire o KaZaA; i servizi legali erano PressPlay e MusicNet, ad esempio, che richiedevano una sottoscrizione da 15 dollari al mese per lo streaming in bassa qualità di un catalogo limitato. Ricordiamoci che 10 anni fa le connessioni veloci non c’erano ancora e le restrizioni dello streaming impedivano di portare la musica su CD.
Poi è arrivato Steve Jobs: l’avvento dell’iPod (inizialmente pensato per vendere più computer Macintosh) è stato seguito dalla creazione dell‘iTunes Music Store, un modo per legare i numerosissimi possessori del lettore MP3 ad un servizio di vendita legale della musica. Nel 2003 Jobs ha convinto le grosse etichette discografiche ad abbracciare la sua causa, ricavandone a loro volta. Nella prima settimana di vita dell’iTunes Music Store sono state vendute un milione di canzoni. Tre milioni in un mese. Da allora le statistiche sono cresciute esponenzialmente.
Si è ampliato anche il concetto di fruizione dei contenuti: oggi Apple vende show televisivi, libri, applicazioni e film oltre alla musica. Jobs ha dovuto lavorare alacremente per negoziare con l’industria dei media, riluttante a fornire i propri contenuti in nuovi formati non proprietari. Il merito dell’ex CEO è stato quello di ampliare la visuale ad un’intera industria, a centinaia di società, per creare alternative interessanti per i consumatori.
Jobs ha sempre ritenuto che gli utenti dovessero pagare in cambio dei contenuti, offrendo servizi che stimolassero l’acquisto: l’App Store e iTunes rimangono tra i più grandi generatori digitali di guadagno presenti online. L’industria è quindi passata dalla parte di Jobs, in grado di trascinare l’utenza di Internet all’acquisto legale. Molte società sono addirittura spaventate dalle sue dimissioni da CEO: riuscirà Cook a fare altrettanto?
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