Nelle scorse settimane è rimbalzata una notizia curiosa: alcuni neo-possessori di MacBook Air hanno avuto problemi a superare i controlli di sicurezza aeroportuali, in quanto gli operatori della TSA, l’ente americano per la sicurezza in volo, stentavano a riconoscere nel sottile laptop di Apple un normale computer portatile.
Da qui accertamenti, disagi e voli persi.
La notizia in sé non stupisce più di tanto: i MacBook Air incriminati erano versioni con memoria a stato solido e l’ispezione ai raggi X rimanda un’immagine molto diversa dai tradizionali notebook, nei quali sono riconoscibili HDD e lettore ottico (che come sappiamo è assente nel MBA).
Quello che stupisce è la solerzia e la professionalità con cui la TSA ha affrontato il problema, fonte di parecchie lamentele.
La Transportation Security Administration ha effettuato alcune verifiche e sul proprio blog (!?!) ha pubblicato un video in cui spiega le proprie ragioni e annuncia l’impegno di informare tutti i propri operatori sulle caratteristiche del MacBook Air, in modo che episodi come quelli denunciati non si ripetano in futuro.
Una bella lezione di trasparenza e attenzione per gli utenti che, purtroppo, alle nostre latitudini sembra più fantascienza che realtà…
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