In un interessante articolo su Wired, Christina Bonnington racconta per quale ragione -a parità di app- un’app per iOS ostenta mediamente un Look&Feel decisamente migliore della controparte Android. Merito della bontà degli strumenti di sviluppo che consentono, con poco sforzo, di ottenere risultati sempre impeccabili.
Non usa mezzi termini il responsabile dello sviluppo dell’interfaccia grafica di Hipmunk, Danilo Campos, secondo cui “elaborare app piacevoli e attraenti su iOS è più facile che su Android.” E in fondo, se c’è qualcosa che riesce particolarmente bene a Cupertino è proprio la creazione del software, anche quello che serve a creare altro software:
Il design è insito nel DNA di Apple. La vera forza di Google, invece, è la ricerca. Per cui, non è difficile intuire quale piattaforma raggiunga lo standard più elevato dal punto di vista delle Interfacce e dell’estetica; né è difficile ipotizzare quale piattaforma facilita maggiormente la creazione d’un buon software.
La motivazioni di ciò sono variegate, ma abbastanza evidenti. In primis c’è la questione della frammentazione della piattaforma Android, esemplificata magnificamente da Lee Linden:
Ogni volta bisogna testare le cose su 20 differenti telefoni con differenti risoluzioni e processori differenti, e questo rallenta inesorabilmente i tempi dello sviluppo.
Quel che appare discretamente su di un display, insomma, spesso ha un aspetto penoso su altri, e ciò costringe i professionisti a prevedere diverse casistiche, e a integrarle poi nel codice; in altre parole, parliamo di seccanti perdite di tempo, ed esiti non sempre certi. E visto che nella maggior parte dei casi, i team hanno pochi soldi e ancora meno tempo a disposizione, è chiaro che ogni minuto relegato all’affinamento della grafica è un minuto tolto alla stabilità e alle funzionalità dell’app. Ecco perché i titoli per Android, in molte occasioni, sfoggiano sensibilmente meno eye-candy che su iOS.
Ma c’è anche un altro grosso problema, che invece non riguarda chi opera sulla piattaforma mobile con la mela. Sono 20 anni che Apple disegna eccellenti interfacce utenti, laddove Google ha iniziato da relativamente poco; il che spiega per quale ragione la documentazioni e gli strumenti di sviluppo creati a Mountain View risultino meno sofisticati e robusti del SDK Apple. Campos fa un esempio per tutti:
La sensazione è di avere più documentazione [su IOS], sia ufficiale che di terze parti, e ciò rende le cose più snelle. […] Una delle fregature di Android, invece, è che fin troppo materiale è scarsamente documentato. Ryan, il nostro addetto ad Android, è stato costretto a frugare nel codice sorgente per capire alcune porzioni della formattazione XML che non erano chiare. È stata una tragedia, per lui.”
E che dire delle librerie? Su iOS sono una scienza esatta, mentre su Android somigliano più ad un atto di fede. È di nuovo Linden a raccontarlo:
Le transizioni su iOS sono molto più facili. Dissolvenze in entrata, in uscita, scivolate e così via: tutti questi effetti si possono usare in ogni momento, con la certezza che appariranno bene su tutti i dispositivi iOS. Su Android, esistono differenti framework, ma il problema è che non sai mai quale funzionerà bene su tutti i dispositivi.
C’è solo un frangente in cui gli sviluppatori iOS rimpiangono l’androide, ovvero nella quantità di discrezionalità a disposizione. Le conclusioni appartengono a Yarger:
Su Android, puoi fare tutto ciò che vuoi, se davvero ti va di perderti nei dettagli più minuti. Apple ti limita di più. Ma proprio per questa costrizione, ti vengono forniti strumenti che fanno apparire più belle le app. […] Se ti serve un’app al volo bella da vedere, è più facile progettarla su iOS. Semplicemente, Apple ha creato un intero ecosistema per permetterti di farlo.