In tutti gli Apple Store del mondo ci sono una serie di scaffali destinati ad ospitare le confezioni delle applicazioni per Mac OS X. Le scatole tipicamente contengono un CD o un DVD con il software da installare e talvolta dei manuali cartacei.
Con l’introduzione del Mac App Store, molte applicazioni possono però essere direttamente acquistate e scaricate attraverso la rete ed Apple ha da poco introdotto negli Apple Store la possibilità di farsi configurare il Mac appena acquistato direttamente in negozio, con l’installazione dei software richiesti.
Non è una novità che Apple sia pioniera nell’adottare nuovi tipi di supporto e dismettere precocemente quelli destinati a diventare obsoleti, prova ne è l’eliminazione del lettore floppy sui Mac alcuni anni or sono e l’adozione di un pendrive USB per il software di ripristino dei nuovi MacBook Air, che notoriamente non dispongo di drive DVD. Addirittura si mormora che il lettore DVD potrebbe scomparire anche dai futuri MacBook Pro, mentre Apple è sempre stata refrattaria all’adozione del Blu-Ray, da molti ritenuto il supporto ottico che decreterà l’estinzione dei dischi.
In questo scenario si inserisce l’indiscrezione che preannuncia una piccola rivoluzione all’interno degli Apple Store, con la scomparsa delle confezioni del software, che lasceranno il loro posto sugli scaffali a prodotti ed accessori Apple.
Insomma, se una volta per vendere il software serviva vendere un supporto, oggi occorre un ecosistema costituito da dispositivi e store on line per la vendita dei conetenuti ed Apple pratica questa strategia dal lontano 2001 quando lanciò l’iPod e l’iTunes Store. Poi in fondo come dice Steve Jobs, Apple è fondamentalmente una software house, che progetta l’hardware più adatto per far emergere, e quindi vendere, il software.
[via macrumors]