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Aggiornamento del 27 febbraio 2014, a cura di Giacomo Martiradonna.
Sarebbe bello dire che in Arizona ha vinto il buon senso, o la tolleranza; e invece, è probabilmente più corretto affermare che le paventate ritorsioni da parte di Apple e delle altre multinazionali, oltreché della società civile, hanno colpito dove più fa male: proprio nel portafoglio. E infatti, il governatore Jan Brewer ha posto il veto sulla controversa legge che avrebbe reso legittima la discriminazione della comunità lgbt.
Il disegno di legge doveva permettere ai rivenditori, negozi, imprenditori e uffici la facoltà di negare i propri servizi ad un cliente sulla base di “ferme convinzioni religiose;” in teoria una tutela per il credo religioso dei cittadini, in pratica una legge che voleva contrastare l’ondata di civiltà che sta pervadendo il mondo occidentale e che, prima o poi, annienterà pure l’italica doppia morale. Per mezzo di questa legge, una coppia omosessuale -ma anche una coppie non sposata, un divorziato, una ragazza madre e chissà che altro- che intendeva acquistare o affittare una casa, poteva ricevere un rifiuto a priori a causa del proprio stile di vita, non conforme alle aspettative del proprietario. Un abominio giuridico in odore di incostituzionalità che ha sollevato più d’un sopracciglio.
Apple, storicamente dalla parte delle minoranze, ha minacciato di spostare altrove gli impianti in costruzione nello Stato e che avrebbero dato lavoro a 2.000 persone; e sulla stessa lunghezza d’onda American Airlines, Delta Airlines e la famosa catena di hotel Marriott. Perfino i turisti si sono messi di traverso dichiarando di voler boicottare il Grand Canyon se la proposte non si fosse arenata.
Cosa che puntualmente è avvenuta. “Abbiamo commesso un errore,” ha spiegato il senatore repubblicano John McCain ed ex-candidato alla Casa Bianca, “metta pure il veto”. La Camera di Commercio locale ha argomentato un po’ meglio:
Dopo aver esaminato la legge, siamo molto preoccupati per l’effetto che potrà avere sull’economia dell’Arizona. Non possiamo essere d’accordo con misure che potrebbero esporre le nostre imprese a contenziosi giuridici, e nemmeno vogliamo mandare il messaggio che il nostro Stato non è aperto né attraente per i turisti.
Dove non arriva la ragione, arriva il portafoglio, c’è poco da fare.
Apple a favore dei gay in Arizona: a rischio l’impianto di Mesa
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L’impianto di Mesa a rischio a causa delle leggi anti-gay dell’Arizona. È la minaccia di Apple nei confronti dello Stato americano dove, come ci spiegano i nostri cugini di Queerblog, potrebbe accadere quanto segue:
“In base alla legge SB1062, nello Stato americano sarà possibile discriminare apertamente un omosessuale semplicemente usando come giustificazione il proprio credo religioso. La proposta era arrivata da Steve Yarbrough dopo le polemiche nate in seguito alla decisione di un fotografo di non voler immortalare una coppia gay che si era rivolta a lui.”
L’azienda di Cupertino ha confermato di aver chiesto ufficialmente al governatore dell’Arizona, Jan Brewer, di porre il proprio vedo sulla legge, in seguito alle pressioni contro la discriminazione arrivate anche da altre fonti, comprese altre attività commerciali.
Alla richiesta di Apple si sono infatti uniti American Airlines e Marriott, secondo cui la legge anti-gay sarebbe dannosa per la conduzione di propri affari: per quanto riguarda Apple, ricordiamo che l’impianto di Mesa dovrebbe portare circa 2.000 nuovi posti di lavoro all’interno dello Stato, dove esistono anche cinque Apple Store.
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Via | Cnn.com