Soltanto la scorsa settimana Omni Group aveva rilasciato OmniKeyMaster, un’utility che consentiva di effettuare aggiornamenti software a prezzi scontati delle applicazioni acquistate sul Mac App Store. Un modo per sopperire alle lacune ataviche del negozio online di Cupertino, in cui non esistono né sconti sugli upgrade né versioni demo dei programmi.
Poi, all’improvviso, non se ne è fatto più niente, e sul blog aziendale è comparso un mesto post che recita:
Vi chiediamo scusa, ma a quanto pare non potremo offrire i prezzi di upgrade ai clienti Mac App Store. Fintanto che continueremo a vendere le nostre app attraverso il Mac App Store, non ci sarà permesso distribuire update attraverso altri canali per le app acquistate originariamente sul Mac App Store.
Continuiamo a credere che i prezzi di upgrade siano importanti per i clienti che acquistano software serio di produttività, poiché il valore iniziale che si riceve dall’acquisto di un’app come OmniGraffle o OmniPlan è molto diverso dal valore incrementale che passa, per esempio, dalla versione 5.0 alla 6.0. Continueremo a chiedere ad Apple di supportare gli upgrade incrementale sull’App […].
D’altro canto, è cosa nota che sul suo bazaar del software, Apple voglia solo applicazioni complete: niente beta, versioni di prova o demo, e soprattutto un unico prezzo di commercializzazione che vale per tutti. E infatti, è da parecchio che gli sviluppatori battono su questo tasto nel tentativo di sensibilizzare la mela; Daniel Jalkut, di Red Sweater Software, ha definito la schermaglia tra le due società come una “doccia fredda da parte di Apple:”
A quanto pare, l’impatto della mancanza perpetua di supporto per gli upgrade scontati sta scontrandosi con lo sforzo, da parte di Apple, per costringere gli sviluppatori di terze parti ad abbassare i prezzi a loro spese.
[…]
In assenza di meccanismi di aggiornamento a prezzi ridotti per i clienti del Mac App Store, Apple ci lascia in una posizione in cui siamo costretti a trattare gli acquirenti dello store come clienti di seconda classe, oppure a rinunciare ai guadagni sperati per gli aggiornamenti importanti delle nostre applicazioni.
Una strada che Apple ha già imboccato parecchio tempo fa, quando ha preferito tagliare drasticamente i prezzi del proprio software professionale piuttosto che implementare un sistema di aggiornamento a prezzi ridotti come richiesto dagli sviluppatori. È stato così che siamo passati dai 999$ di Final Cut Pro 7 ai 299$ dell’attuale Final Cut Pro X.