[blogo-video id=”208135″ title=”MacBook Pro 2018 – Apple Taglia le Prestazioni?” content=”” provider=”brid” video_brid_id=”” video_original_source=”” image_url=”https://s3.eu-west-1.amazonaws.com/video.blogo.it/thumb/fgY1xxv2-640.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”311747″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMjA4MTM1JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSBjbGFzcz0nbXBfdmlkZW9fdGhlbWUgaWZyYW1lX19tcF92aWRlb190aGVtZScgc3JjPSJodHRwczovL21lbGFibG9nLmFkbWluLmJsb2dvLml0L3ZwLzIwODEzNS8iIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj0idHJ1ZSIgd2Via2l0YWxsb3dmdWxsc2NyZWVuPSJ0cnVlIiBtb3phbGxvd2Z1bGxzY3JlZW49InRydWUiIGZyYW1lc3BhY2luZz0nMCcgc2Nyb2xsaW5nPSdubycgYm9yZGVyPScwJyBmcmFtZWJvcmRlcj0nMCcgdnNwYWNlPScwJyBoc3BhY2U9JzAnPjwvaWZyYW1lPjxzdHlsZT4jbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMjA4MTM1e3Bvc2l0aW9uOiByZWxhdGl2ZTtwYWRkaW5nLWJvdHRvbTogNTYuMjUlO2hlaWdodDogMCAhaW1wb3J0YW50O292ZXJmbG93OiBoaWRkZW47d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9ICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18yMDgxMzUgLmJyaWQsICNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18yMDgxMzUgaWZyYW1lIHtwb3NpdGlvbjogYWJzb2x1dGUgIWltcG9ydGFudDt0b3A6IDAgIWltcG9ydGFudDsgbGVmdDogMCAhaW1wb3J0YW50O3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7aGVpZ2h0OiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fTwvc3R5bGU+PC9kaXY+”]
Se avevate una mezza idea di acquistare uno dei nuovi MacBook Pro con Touch Bar da 15″ e super-processore Intel Core i9 da 2.9GHz a 6-core, vi converrà attendere che le cose si chiariscano un po’. A dire dello youtuber Dave Lee, infatti, questo particolare modello di Mac avrebbe prestazioni incredibili solo sulla carta. A quanto pare, sottoposto a un carico di lavoro pesante come un rendering video, sembra che non riesca a mantenere neppure la velocità nominale del chip per via delle temperature che raggiunge lo chassis.
In altre parole, “questa CPU è sbloccata e overclockabile ma tutto questo potenziale è sprecato dalla scocca, o per meglio dire, dalla dissipazione termica che non c’è.”
A riprova di ciò, vi riportiamo i risultati dei suoi test (che comunque andranno confermati in modo indipendente): nel rendering video su Premiere Pro, un MacBook Pro 2018 con i9 se la cava peggio di un modello 2017 con Core i7; 39 minuti contro i 35 dell’altro. Magari si tratta di un problema di ottimizzazione del software, per carità, ma allora come si spiega che -messo nel freezer- il MacBook Pro 2018 richieda appena 27 minuti per lo stesso compito?
La riduzione delle prestazioni per contenere la dissipazione termica è una delle tecniche adottate universalmente, assieme al sistema di areazione e alle ventole, per impedire che un portatile fonda. Ma qui, a dire di Lee, qui si sarebbe superato il confine:
“Soffocare in questo modo le prestazioni per ridurre la produzione di calore ha effetti concreti sull’utente finale. Non importa per cosa lo usi […], non importa quel che fai col tuoi dispositivo. Se ti serve un tipo di lavoro computazionale esteso che usa la CPU -e questa è proprio la ragione per cui uno di solito guarda a questo tipo di dispositivi- la velocità verrà ridotta. E questo per me è inaccettabile”
A questo punto, e prima di sollevare un vespaio, occorre fermarsi e ragionare. Alla fine parliamo pur sempre di un caso isolato</strong; magari è la macchina di Lee ad avere problemi nello specifico, o forse presto arriveranno altre testimonianze a ulteriore conferma del fenomeno. Per il momento dobbiamo sospendere il giudizio e attendere gli sviluppi della vicenda. Aggiorneremo il post non appena se ne saprà di più: per ora però, onestamente metteremmo la carta di credito in standby.