A distanza di 4 mesi dal lancio, la produzione di MacBook Pro 14″ e 16″ è finalmente adeguata alla domanda, e i tempi di consegna si riducono drasticamente, soprattutto per gli entry level e le configurazioni di default. Ma le cose sono ancora complicate per le configurazioni più esotiche.
Non è un segreto. Per via delle difficoltà difficoltà create dalla pandemia, i problemi di logistica e la crisi dei semiconduttori, l’utente può dover attendere anche oltre un mese per ricevere un MacBook Pro da 14 o 16 pollici. Questo fenomeno è stato subito evidente, e ha costituito il leitmotiv degli ordini sul sito Apple per mesi (su Amazon, invece il risultato è stato una disponibilità altalenante in base ai momenti).
Da allora, tuttavia, Apple è riuscita a adeguarsi alla richiesta, e ora i tempi di consegna in molti mercati del mondo si sono ridotti a un paio di settimane, almeno per i modelli base le configurazioni standard.
E così, se fino a poche settimane fa l’attesa media andava dalle 6 alle 8 settimane, ora i tempi di consegna di tutte le versioni del chip M1 Pro sono calate pochi giorni, e comunque non più di due settimane. Sempreché la guerra in Ucraina non crei nuovi tipi di colli di bottiglia. Il che non è escluso, visto che la Russia è il Paese chiave per l’approvvigionamento globale del palladio, usati in molti chip di memoria e sensori. E alla Russia si deve l’esportazione di molti gas e minerali rari.
I miglioramenti nella catene delle forniture di Apple, in ogni caso, riguardano solo il chip M1 Pro; perché per l’M1 Max la situazione è parecchio più indietro: al momento della stesura di questo post, tutte le configurazioni di questo chip hanno disponibilità limitata. E chi ordina ora una macchina di fascia alta o altissima non riceverà l’ordine prima di Apple.