Su Bloomberg Businesweek di ieri, è stato riportato un sondaggio sui compensi del management delle principali multinazionali degli USA, e quattro delle cinque prime posizione sono occupate da personalità di Cupertino. Curiosamente, il gruppetto non contempla Tim Cook nonostante la cospicua cessione di azioni che gli ha fruttato molti milioni di dollari in seguito alla morte di Steve Jobs, e che molti altri gliene procurerà nel 2013 e nel 2016 come incentivo a tenere il posto.
La testata scrive:
I quattro dirigenti sono Bob Mansfield, Bruce Sewell, Jeffrey Williams e Peter Oppenheimer, stando ai numeri relativi ai compensi dell’anno fiscale 2012 consegnati alla U.S. Securities and Exchange Commission. Circa l’80% delle società S&P 500 ha dovuto segnalare gli stipendi delle figure più pagate entro aprile 2012.
Ognuno dei manager succitati ha ricevuto un tesoretto di ben 150.000 azioni a parziale compenso dei servizi prestati nella società; ai prezzi attuali, parliamo di circa 64 milioni di dollari ciascuno, cui si aggiungono salario, bonus produzione e altre forme di compenso per un totale pari a circa 70 milioni di dollari Sewell, Williams e Oppenheimer. Solo Mansfield li batte, con un totale che sfiora gli 86 milioni di dollari, ma questa era prevedibile; in seguito al licenziamento di Scott Forstall, l’uomo è stato sottratto al pensionamento e richiamato alla sua posizione a furor di popolo, con prebende faraoniche da 2 milioni di dollari al mese in azioni e cash.
Curiosamente, anche Phil Schiller e Eddy Cue hanno ricevuto quantità simili di azioni -150.000 il primo e 200.000 azioni il secondo, in due tranches- ma poiché i loro stipendi non sono disponibili pubblicamente, non è stato possibile inserirli nella classifica. Tim Cook, invece, è lontanissimo, in posizione numero 1.016 coi suoi 4,17 milioni di compensi. Spiccioli, verrebbe da dire, rispetto altri altri.