Stando ad un recente studio condotto dalla società di sicurezza McAfee, pare che Android si sia rivelato la piattaforma mobile più incline alle offensive di virus, trojan e attacchi informatici; un fenomeno in crescita del 76% rispetto soltanto a pochi mesi fa, mentre Apple vanta un invidiabile zero attacchi, fatta esclusione per quelli relativi al jailbreak.
Alcuni dei malware tristemente noti agli utenti dell’OS di Google, ad esempio Smsmecap e Toplank, si camuffano da app legittime e poi inviano SMS e contenuti premium a costi esorbitanti, tanto che qualcuno li ha definitivi “crimeware.” Un fenomeno non estraneo ai telefoni BlackBerry e Symbian, sebbene non in maniera tanto diffusa. Il problema è oggetto di discussione da parecchio tempo: la policy di Google è basata sulla libertà di scelta, ma risulta fin troppo lassista soprattutto nel controllo del software in entrata nel Market. E’ già successo diverse volte, infatti, che il contagio sia partito da app legittimamente acquistate dagli utenti e poi frettolosamente ritirate con tante scuse.
L’esatto contrario di quanto avviene sulla piattaforma mobile della mela. La stretta che Apple opera sui contenuti -e soprattutto su chi e come accede all’App Store- è stata anch’essa causa di infinite diatribe, ma ha protetto gli utenti dalle frodi informatiche e dai trojan più di ogni altro escamotage. Come dire, il giardino murato di Cupertino limita le libertà e confligge talvolta con le ambizioni degli sviluppatori, ma d’altro canto ha garantito ai suoi utenti una sicurezza da Fort Knox. Ovviamente nel computo di McFee non figurano le minacce che intaccano i telefoni sbloccati col jailbreak, ma d’altro canto non è certamente un problema da additare ad Apple.
E a proposito, nel report figura un altro senza macchia, ovvero lo sfortunato WebOS. Ma è -e continuerà ad essere, purtroppo- talmente poco usato da non avere praticamente nulla da temere.