"Mi farei installare un software sotto pelle": Melablog intervista Chiara Iezzi

Da qualche giorno è apparso nella home page di iTunes Store “Nothing at all”, il suo nuovo brano che canta senza la sorella Paola. La cosa particolare è che la canzone è venduta in esclusiva solo sullo store di Apple (almeno per ora) ed è legata ad una nobile iniziativa di beneficenza per il Malawi.

Il brano è promosso quasi unicamente tramite MySpace e sta avendo grande successo sullo store, posizionandosi al secondo posto della classifica dance: un fenomeno interessante per il panorama italiano, cosa che se ricordate era accaduta anche con il pianista Cesare Picco, ne parlammo con il suo management.

Per sapere come è nato questo particolare episodio Melablog ha deciso di intervistare la bellissima Chiara. Ne è uscita una lunga chiacchierata nella quale, divagando, abbiamo scoperto che la sorellina bionda adora il suo MacBook e il suo iPod, che ha trasformato un iBook in un’opera d’arte per la mostra Love Kills, che compone con Pro Tools e che ha un’idea ben precisa sul rapporto tra artisti e grandi etichette. E chi sono i suoi modelli? Madonna e Bill Gates…

Ecco l’intervista.

Allora, come è nata l’idea di vendere il tuo primo brano da solista su iTunes Store Italia?

Chiara: Sono affascinata dal mondo digitale. Mi piace la velocita’ con cui succedono le cose,ed essendo una molto attenta all’underground mi sono resa conto che è proprio la gente a suggerirti il modo migliore per muoversi. Ho chiamato quelli di Kiver che gestiscono con me la comunicazione del progetto e la distribuzione del brano. Loro hanno preso accordi per un esclusiva su Itunes che durera’ fino alla prima settimana di Dicembre. La canzone che per la prima volta ho scritto in lingua inglese è entrata al 20 nella TOP 100 single chart e inaspettatamente alla 2 nella Club/Dance chart, sotto Bob Sinclair. Sono molto contenta perche’ il brano e’ on-line solo da due giorni.

Successivamente il brano sarà fruibile anche per i videofonini 3 vero?

Chiara: Si, la song sarà scaricabile anche attraverso 3, nei prossimi giorni realizzerò il video e anche quello andrà sui videofonini 3 e sarà scaricabile. Con Kiver abbiamo fatto queste scelte, che sono coerenti nei confronti del mio progetto artistico. Sono musicista e autrice e anche se ho realizzato dischi nel passato con tutt’altra mentalità, oggi amo che si possa produrre e distribuire diversamente e che la gente possa usufruire della musica in generale in questo modo. Sono cambiate le cose totalmente e lo trovo elettrizzante. Amo tutto ciò che è futuro, avanguardia, tecnologia e modernità.

E come è nata l’idea di legare questa esperienza al progetto Raising Malawi? Più o meno come saranno impiegati i fondi raccolti?

Chiara: Seguo la kabbalah da quasi un anno.Quest’estate durante un meeting a Chicago, durante le holidays del Rosh Hashanan, ho incontrato una delle responsabili di Raising Malawi. Attraverso il Kabbalah Center di Los Angeles hanno realizzato grandi cose e raccolto molti fondi per l’Orphan Care Center in Africa. Quando ho visto le immagini ne sono rimasta toccata profondamente. In quel periodo ero scossa anche per esperienze mie di vita privata che mi hanno sensibilizzato molto e nello stesso tempo mi hanno spinta a crescere e cambiare. Avevo già scritto e prodotto questa canzone da qualche settimana,ma non sapevo cosa farne.Lì è nato il desiderio di utilizzarla per poter devolvere parte degli eventuali fondi raccolti dalla vendita del singolo,a Raising Malawi. Se non avessi avuto una motivazione così forte, probabilmente la canzone sarebbe rimasta inutilizzata. Quelle circostanze mi hanno dato la forza e la fiducia di credere nel progetto. Sono orgogliosa del fatto che durante questo Natale 2006 io possa contribuire insieme alla gente che gia’ sta scaricando il mio pezzo a migliorare, anche se in piccola parte, le condizioni di questi bambini. Da quelle parti dilaga l’Aids, l’epatite, la povertà più assoluta. È assurdo un mondo che continua ad andare avanti basandosi su disequilibri così paradossali. Secondo me, oggi, la musica piu’ che mai è un veicolo utile non
solo per condividere emozioni ma anche per aiutare le popolazioni in forte difficoltà. È bello che grazie al digitale, tutto possa succedere piu’ velocemente.Certi disagi e certe realtà non possono più aspettare ed è necessaria per tutti una coscienza maggiore di quel che succede in altre parti del mondo.

Noto che la vendita del brano non avviene attraverso Sony Music, la tua etichetta storica, ma attraverso Trepertre che se non sbaglio è l’etichetta che rappresenta le vostre autoproduzioni (tue e di Paola). Che differenza c’è tra il lavorare nelle logiche di una grande etichetta, che fa uso principalmente del supporto Cd, e lavorare in modo indipendente, attraverso anche la flessibilità della vendita in solo digitale?

Chiara: Vero. Io e Paola siamo sempre state due teste indipendenti in Sony Music e alcuni di loro ci amavano per questo. Quando si lavora con una grande azienda non c’è spazio per sentimentalismi, anche se a volte ci siamo confrontati in modo diretto e ci siamo anche amati e divertiti insieme. Le logiche aziendali hanno il loro perchè in base agli interessi e su questo non si discute. Certe scelte dure hanno sicuramente avuto il loro perchè. Il tempo in Sony Music è stato tosto,ma molto formativo. Non sono assolutamente contro le grandi aziende, anzi. I mezzi delle multinazionali sono immensamente utili, la cosa fondamentale è che chi gestisce questo potere possa far si che tutto renda al meglio. Ho grande rispetto per chi fa arte, per gli artisti e in egual misura per chi sa come investire i soldi ,per chi sa fare marketing in modo superlativo, che poi e’ arte anche quella. Non si possono buttare all’aria i progetti tanto faticosamente costruiti con il sudore. Le canzoni non le tiri fuori così da un giorno con l’altro. Bisogna stare attenti tutti (artisti compresi) e soprattutto ci vuole rispetto. Mi piace mettere in mano le mie cose solo a chi le tratta coi guanti bianchi.

Tu credi che sistemi come iTunes e internet in generale possano portare a una crescita dell’indipendenza degli artisti o si tratta ancora di una piccola utopia?

Chiara: Penso proprio di sì. Su Myspace sono in contatto con un sacco di band dell’underground italiano e internazionale.Il concetto di indipendente e’ in crescita mostruosa. La gente si dà da fare e ha un’energia pazzesca. Penso però,che la reputazione di un’artista sia una diretta responsabilita’ dell’artista. Oggi ,come ieri, non puoi basare il tuo valore su un contratto discografico, ciò che conta è quello che hai da dire. Le aziende sono un mezzo, gli artisti sono un mezzo. L’obiettivo è trasmettere, comunicare, dare. Questo è cio’ che conta. La gente è ciò che realmente conta. Da sempre le idee piu’ grandi e gratificanti sono quelle che sono al servizio delle persone e che possibilmente ne migliorano la qualità della vita, anche se soltanto in minima parte. Siamo un servizio. Pensa a Bill Gates, che essere straordinario. Oltre ad aver dato al mondo qualcosa di utile, fa moltissima beneficenza ed è di una serenità sconcertante. E mica se la tira. Ha la sua mission. E’ un filantropo nella sua essenza. Adoro Bill Gates! È uno dei miei modelli di riferimento. Per la musica ho come modello Madonna, ma si era gia’ capito vero? (ride)

Beh piace anche me, Madonna intendo! Recentemente sul sito paolaechiara.it avete messo dei link a YouTube e MySpace, e vedo che li state usando come veicoli di promozione e contatto con i vostri fan o ascoltatori in generale. Forse siete le prime cantanti italiane, che io conosca, a fare un uso così forte delle tecnologie social. Inoltre noto anche un grande numero di commenti su iTunes Store, cosa che di solito succede solo ai primissimi brani della classifiche, le hit superpubblicizzate. Dove vi stanno portando queste sperimentazioni, e perchè le amate così tanto?

Chiara:Amiamo le tecnologie social per natura. Amiamo il contatto diretto con la gente.Se non ami le persone in profondità, forse non puoi fare questo mestiere. Mi chiedi dove ci portano queste sperimentazioni. Ci interessa conoscere. L’artista ha un compito che non deve mai dimenticare ma a volte per paura sta troppo nel suo mondo. La gente ti trasmette ogni giorno lezioni di vita e ti costringe a bagni di realtà, importantissimi.

Sei contenta della prima risposta che sta avendo questo nuovo progetto?

Chiara: Ero già felice di come avevo progettato la cosa ancora prima che uscisse, per me il bello sta nel costruire. In questo momento devo ringraziare Marco Contini, graphic designer e carissimo amico che mi ha seguita in ogni mio viaggio mentale di questi ultimi otto mesi. Una persona di grandi qualita’ umane e professionali. Ovviamente sono contentissima dei risultati nelle due charts di iTunes. Ringrazio tutti quelli che stanno scaricando la canzone e che con il
loro download mi aiuteranno a mandare fondi al Malawi. I bambini ora vengono per primi!

Mi sembra che tu abbia fatto tutto da sola per “Nothing At All”, dalla scrittura alla registrazione del brano addirittura fino alla distribuzione attraverso iTunes. Sbaglio?

Chiara: Sì, in effetti è vero. Ho prodotto personalmente la canzone. Michele Monestiroli è stato molto prezioso nella realizzazione tecnica e ha co-arrangiato il brano con me. Per il sound mi sono ispirata ad un remix live di Madonna dell’ultimo tour. Mi piace scrivere sui remix. Per il momento ascolto solo Dance, Wave, Punk, Tech House, Trans. E Venero Madonna come artista e come manager. Sono una fan, non ci posso fare niente. Lei cita gli Abba, io cito lei. Anche se le somiglio (volontariamente!) nello stile, il mio brano nella melodia e nel testo è totalmente di mia composizione e non somiglia a niente che lei abbia mai fatto. Per la distribuzione il mio avvocato mi ha consigliato Kiver, li ho chiamati e gli ho detto “Ciao,sono Chiara di Paola&Chiara, ho un pezzo e non so cosa farmene, vogliamo collaborare?”. Da lì è nato tutto. Loro mi hanno proposto la join-venture con 3, iTunes e così via. Lavoro il triplo di prima, ma sono molto felice. Intanto con Paola stiamo scrivendo un disco bellissimo e siamo già in studio da tre mesi.

In genere quali tecnologie hardware e software usi per registrare i brani? Si tratta di tecnologie Macintosh?

Chiara: Per me esiste solo un vangelo: Pro-tools! E poi ci vogliono canzoni forti, persone in sintonia con te e di grande talento come Michele con cui sviluppare le tue idee. Lui è un altro bravissimo, di gran talento e umiltà. Merita molto. Questa è in sintesi la migliore tecnologia che io conosca.

Quanto è importante la tecnologia nella realizzazione della tua musica?

Chiara: È fondamentale. Ma è già così dal terzo album di Paola&Chiara, cioè Television. Quel disco era perfetto.Era latino-elettronico-pop. Era sperimentale. Per questo arrivammo numero uno e Vamos fu un successo mondiale. Il nuovo piace alle persone perchè le rinnova. Anche la kabbalah è una forma di tecnologia per me, ha sinceramente cambiato la mia vita. Vi va di venire al prossimo meeting che si terra’ a Milano il 14 Gennaio? Lancio un appello ai tuoi
visitatori…. wow sarebbe fantastico…

Fai uso di tecnologie Apple e, se sì, cosa apprezzi di queste tecnologie e per cosa le usi?

Chiara:Ho MacBook e ho iPod naturalmente. Ne apprezzo l’utilità, l’umanità, l’immagine. Se potessi, mi farei installare un software sotto pelle. Collaboro quotidianamente con questi strumenti, li sento amici, umani.

So che nell’installazione di “Love Kills” (fino all’8 dicembre a Novara ndr), la tua mostra fotografica, si possono trovare un iBook e un iMac. Puoi raccontarmi che uso ne hai fatto e perché questa scelta?

Chiara:È vero. L’iBook e’ stravolto, umanizzato. Si chiama “Nuclearfluxoon” e l’ho creato mentre ascoltavo i Kraftwerk. L’iMac mi serviva per le proiezioni delle foto. Sono tecnologie che salvano l’anima. Per questo fanno parte della mia mostra e della mia vita. Love kills in verità è un messaggio di fede, positivo. Mi piace il concetto di utilità, di condivisione. Sempre Marco Contini mi ha aiutato nella realizzazione di questo progetto. È mio “partner in crime” ovunque io vada. Ormai siamo un po’ combriccola!

Cinque brani che non possono mancare nel tuo iPod. Lo so, è una domanda da paranoia…

Chiara: Aiuto me l’aspettavo! Invece delle canzoni,ti dico gli artisti. Non possono mancare Madonna, Freddie Mercury, Daft Punk, Rolling Stones, Felix da Housecat e il nuovo di Paola&Chiara. L’album è quasi finito e non riesco ad ascoltare altro nell’iPod. È veramente
bello. Il disco migliore che abbiamo mai realizzato. Tra la wave, la dance, il pop e il rock. Io lo amo già alla follia. Usciremo in primavera e, sono sicura, piacerà anche a voi.

Beh non ci resta che aspettare. Ringrazio molto Chiara per la gentilezza e la cordialità, vi ricordo che Nothing At All ha uno scopo benefico e aggiungo qualche credit:

[www.paolaechiara.it]
[www.myspace.com/chiaraiezzi]
[Nothing At All su iTunes]

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