Il problema è semplice ma di difficile risoluzione. Su Windows Phone ci sono pochi utenti (2,8% di market share), e dunque gli sviluppatori evitano questa piattaforma perché antieconomica; ma fino a quando le cose resteranno così, e il software in circolazione sarà poco, gli utenti rimarranno al largo. E allora, Microsoft si è dovuta ingegnare: porterà le app di iOS e Android su Windows Phone. Più o meno.
Esiste da più di 4 anni, eppure Windows Phone ha ancora un problema di app native. E visto che la piattaforma mobile di Redmond non riesce ad attrarre né utenti né sviluppatori, Microsoft ha in mente un piano diabolico e astuto. In pratica, vuole rendere incredibilmente facile -quasi del tutto automatico- il porting su Windows Phone delle app esistenti per iOS e Android.
Invece di installare un emulatore di iOS e Android, però, l’approccio sarà diverso. In pratica, l’idea è di creare degli strumenti di sviluppo capaci di convertire il codice scritto in Java, C++ e Objective C in app eseguibili su Windows Phone, e integrate coi servizi di Microsoft.
Il risultato sarà un un’applicazione “Frankenstein” in tutto e per tutto somigliante ad un’app nativa, con tanto di supporto a Live Tiles e ai traguardi Xbox Live; ma estremamente più economica e rapida da sviluppare. Vedremo se gli annunci saranno all’altezza delle aspettative, perché l’impressione che abbiamo è che questa tecnologia sia più facile a dirsi che a realizzarsi.
Il tempo dirà. Ma la sfida che attende Windows nel mondo mobile è molto, molto complessa, e le opzioni a sua disposizione sempre meno.