La linea intrapresa da Apple è chiara ed evidente da tempo: secondo Cupertino modificare il codice dei suoi software è una violazione della licenza d’uso, comunque contro la legislazione americana in materia di diritto d’autore, il famigerato Digital Millennium Copyright Act.
Questa visione totalmente restrittiva ha portato Apple ad opporsi in modo duro e deciso a diverse iniziative, amatoriali ed imprenditoriali, spesso finendo per ricorrere alle aule dei tribunali.
Basti citare i casi più eclatanti degli ultimi mesi: Psystar e iPodhash.
Molte delle aziende e dei gruppi di utenti trascinati da Cupertino in tribunale hanno potuto contare sul supporto della Electronic Frontier Foundation, una sponda importante quando ci si trova contro una multinazionale.
E la EFF è in prima linea: recentissima è la sua richiesta all’ufficio brevetti americano di escludere il reverse engeneering dall’applicabilità del Digital Millennium Copyright Act: in parole povere viene richiesta l’inammissibilità di azioni legali contro l’utilizzo improprio di software in cui la tesi d’accusa sia la violazione del diritto d’autore.
Il riferimento ad iPhone, alla procedura conosciuta come jailbreak ed al modello di business di App Store è esplicito: l’obiettivo è evitare che Apple possa mettere in atto una politica troppo restrittiva nella difesa delle proprie tecnologie.
In questa battaglia la EFF ha trovato due partner importanti, schierati al suo fianco: Mozilla Foundation e Skype.
Entrambe hanno, per così dire, un conto in sospeso con Apple ed iPhone: tanto Firefox quando SkypeIM non riescono a sbarcare su App Store, in quanto non conformi ai requisiti richiesti alle applicazioni per essere accettate sul melafonino.
Per quanto riguarda Firefox, Apple non consente l’inserimento di runtime non previste dalla SDK, mentre per Skype il problema consiste nell’impossibilità di utilizzare la rete 3G per l’uso del programma.
E’ evidente che la discesa in campo di società dal nome altisonante è potenzialmente in grado di scompigliare le carte, e rendere più incerto l’esito dei pronunciamenti degli enti preposti: non dimentichiamo che la materia è ancora frutto di incertezza, non essendoci una legislazione specifica, chiara ed esauriente in nessun paese.
Sarà una battaglia tutta da vivere, il cui esito farà sicuramente giurisprudenza e potrebbe plasmare il futuro dell’intero settore…