Tra gli ospiti del D8 non c’era solo Steve Jobs, ma anche il magnate dei media Rupert Murdoch. L’entusiasmo di Murdoch per iPad non è una novità, è convinto che il tablet di Apple sia il dispositivo giusto per convincere gli utenti a pagare le notizie di qualità.
La dimostrazione, secondo Murdoch, risiederebbe nel grande numero di download delle applicazioni di Financial Times (130.000 download) e The Guardian (l’applicazione dedicata alle gallerie fotografiche ha raggiunto i 90.000 download). Bisogna notare, però, che queste applicazioni sono gratuite, quindi non fanno propriamente testo. Come già accennato le riviste a pagamento, come GQ, hanno registrato risultati davvero imbarazzanti (365 copie). Sembrano migliori, vista la posizione in classifica, i risultati di Wired, ma stiamo parlando di una pubblicazione per appassionati di tecnologia e molto pubblicizzata. Viste anche le aspre critiche, sarà meglio vedere i risultati dei numeri successivi.
Murdoch rimane comunque convinto: “Cosa sarebbe un iPod senza musica? Una televisione HD senza i programmi televisivi? Un e-reader senza libri?”. L’argomentazione è corretta, ma quello che oggi chi chiediamo è: i contenuti ci sono davvero? E chi sarà in grado di trovare il giusto prezzo? Guardando la classifica di App Store per iPad in Italia, oggi, nascono molte preoccupazioni.
In cima alla classifica ci sono le applicazioni, per altro tecnologicamente povere, dei più popolari giornali italiani, come Repubblica o Corriere. Ma sono ancora gratuite, tutte. La stessa cosa possiamo dirla per riviste anche di qualità, che stanno popolando lo store italiano.
Quanto durerà la cuccagna? Chi avrà il coraggio, per primo, di proporre un prezzo? Ci troveremo di fronte al solito cartello Corriere-Repubblica, già visto su iPhone, o ci saranno offerte differenziate? E soprattutto, il prodotto digitale attualmente offerto è davvero soddisfacente per l’utente? Con quali modalità saremo disposti a pagare, e quale prezzo? La vera resa dei conti di iPad, non inteso come dispositivo ma come nuovo mercato digitale, deve ancora arrivare. Qui in Italia i quotidiani si riempiono la bocca di comunicati stampa dedicati al loro debutto su iPad, ma quello che ci stanno rifilando è un PDF arricchito da qualche video. Per carità, meglio un PDF di niente e in molti lo troveranno comunque molto comodo (io per primo). Darci un PDF, però, non è sinonimo di impegno e strategia.
Per non parlare dei libri: la realtà più importante in Italia, Edigita, non si è rivelata pronta per il debutto di iPad in Italia ed oggi si concentra sul mercato natalizio. Avete provato a leggere la mission di Edigita, piattaforma che unisce nomi potenti come Feltrinelli, Messaggerie Italiane ed RCS? La trovate in questa “bellissima” paginetta e in un passo recita: “In questo modo si garantisce (…) a chi si occupa da sempre di contenuti di mantenerne il controllo anche nelle modalità distributive e di vendita digitali”. Da notare che eDigita parla anche dello store di Apple, chiamandolo iBooks.com (nome scorretto, si chiama iBookstore, iBooks.com è un dominio in vendita). Insomma, più che di innovazione qui si parla di una lotta di potere tra produttori di dispositivi, detentori dei canali distributivi e produttori di contenuti, senza una reale attenzione all’utente. Quell’utente che dovrà pagare e scegliere, dando ossigeno al mercato.