La cosa era nell’aria e se ne parlava da mesi, ma ora sfortunatamente sta per concretizzarsi. La stretta sulla condivisione degli abbonamenti partirà da gennaio 2023. Il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato e la pacchia, come va di moda ora dire, è finita.
L’avevano anticipato i rumors, e la conferma è poi arrivata -funerea ma glaciale- con un comunicato stampa poco tempo fa. La temuta stretta sugli account condivisi alla fine arriverà davvero. E gli utenti che vivono in case diverse e che condividono le medesime credenziali ora dovranno pagare un extra per questo privilegio. Le modifiche entreranno in vigore a partire dall’inizio dell’anno incipiente.
Cosa Cambia?
In questi mesi, Netflix ha testato i pagamenti aggiuntivi per la condivisione degli abbonamenti in alcuni paesi dell’America Latina, addebitando circa 3 dollari in più per ogni account. La strategia scelta è quella della goccia cinese: in pratica, il proprietario principale dell’account deve fornire un codice di verifica ogni volta che chiunque al di fuori di casa sua/famiglia tenti di accedere all’account Netflix. L’unico modo di rimuovere questo meccanismo di verifica è col pagamento di un canone mensile aggiuntivo.
Lo scopo di questa giostra è, in ultima istanza, spingere gli utenti a farsi un abbonamento personale. Una necessità vitale per l’azienda, dopo il calo delle entrate e la prima perdita di abbonati di Netflix in 10 anni. E visto che le stime parlano di oltre 222 milioni di famiglie paganti che “prestano” le proprie password ad altri 100 milioni di famiglie, non sorprende che ora Netflix intenda monetizzare.
Questa tattica chiaramente verrà introdotta in punta di piedi per non indispettire troppo gli utenti. Triangolando le loro informazioni, quali l’indirizzo IP, l’ID del dispositivo e le attività svolte dall’account, Netflix spera di ridurre il fenomeno della condivisione password.
Per preparare il pubblico a questo storico cambiamento, tempi recenti è stato introdotto un nuovo piano Netflix con pubblicità che costa solo 5,49€ al mese, in cambio di 4 minuti di pubblicità all’ora, distribuiti tra inizio, fine e durante la visione di un contenuto. Più l’impossibilità di accedere a certi film o serie televisive. Insomma, un abbonamento da povery con annesso trattamento da povery. Come reagiranno gli utenti, lo scopriremo nel corso del prossimo anno.