La tecnologia earSmart di soppressione del rumore ambientale di Audience che tanto piaceva ad Apple -e che le è perfino costata una querelle legale con Noise Free Wireless– non sarà implementata nell’iPhone 5. Ma qualcosa si subodorava già col 4S.
Rappresentava uno dei punti di forza dell’iPhone 4, ed era pure la ragione ufficiosa per cui avevamo dovuto rinunciare a Siri sulle generazioni precedenti al 4S. E ora, per la stessa, mesta ammissione stessa dei diretti interessati, il discorso è chiuso:
Audience vende processori e cede in licenza il suo processore IP ad Apple Inc. e a certe sue sussidiarie (gli OEM) per l’inclusione nei telefoni mobili OEM in seguito ad un accordo denominato Master Development and Supply Agreement (MDSA). A causa alla Descrizione di Lavoro depositata nel MDSA, modificata nel marzo 2012, Audience ha sviluppato e fornito in licenza una nuova generazione di processori IP dedicata ai dispositivi OEM. Tuttavia, gli OEM non sono obbligati ad utilizzare il processore IP di Audience.
Audience ritiene quindi che sarà altamente improbabile che gli OEM abiliteranno i processori IP di Audience nella loro prossima generazione di telefoni mobili. Audience non è a conoscenza di alcun cambiamento avvenuto nella politica degli OEM riguardo i processori di Audience o processori IP nelle generazioni precedenti dei telefoni mobili degli OEM.
In pratica, a partire dall’iPhone 4S, Apple ha iniziato a innestare la soppressione del rumore direttamente nel chip A5 del dispositivo, e lo stesso accadrà con l’iPhone 5. Ciò che non è chiaro, è a chi si sia rivolta per tale funzionalità:
C’è incertezza su quale tecnologia di processamento della voce verrà implementata da Apple in iPhone 5, ma a quanto pare la società ha trovato un modo migliore o con un miglior rapporto prezzo/prestazioni di quella offerta da Audience.
Una brutta scottatura, insomma. Soprattutto se consideriamo che, subito dopo l’annuncio, il titolo in Borsa di Audience ha subìto un vero e proprio capitombolo: è crollato del 40%.