OS X 10.5 Leopard: nuovo Dock e Stacks

OS X 10.5 Leopard: nuovo Dock e Stacks


OS X 10.5 Leopard: nuovo Dock e Stacks
di Carlo Filippo Follis

Una settimana fa abbiamo parlato di Leopard basandoci sul primo “colpo d’occhio” e valutando la nuova GUI soprattutto pensando ai D-Users Ipovedenti, l’articolo era “OS X 10.5 Leopard e gli Ipovedenti”.
Oggi esaminiamo il Dock dirottando le principali attenzioni sui D-User motori, quelli che hanno difficoltà a gestire i propri movimenti quindi interagire con tastiera e mouse. Noterete come molte “richieste” o suggerimenti risultano anche comode per Tutti gli utenti dell’OS X.
Bisogna tener presente che le valutazioni sono fatte sulla release rilasciata alla WWDC e di conseguenza valutano un prodotto non ancora definito, potenzialmente già ottimizzato od in grado di ascoltare…

Desktop Leopard

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Il Dock e gli Stacks

Il Dock è certamente migliorato anche solo da un semplice punto di vista estetico. Lo dimostra l’immagine precedente come la successiva che lo propone completamente estrapolato dal contesto generale.

Leopard - Dock

Il nuovo Dock messo a “nudo”. Ingrandite l’immagine per una corretta visione.

Di nuovo oltre alla grafica non c’è niente di sostanziale per non dire nulla. Come già evidenziato in precedenza l’unico elemento aggiunto, e non modificato, è il balloon che supporta le etichette delle applicazioni e cartelle.
Per quanto ridondante con precedenti analisi ed abbastanza evidente va ricordato che gli indicatori triangolari neri che sino a Tiger indicavano le applicazioni in esecuzione sono stati sostituiti. Gli eredi sono quei piccoli ellissi luminescenti per alone. Hanno ricevuto non poche critiche, penso invece siano in tono con il rinnovamento e che ci si debba solo abituare.
È sparita, fortunatamente, la barra “|” di separazione fra le aree riservate alle applicazioni ed alle cartelle. In sua vece c’è una maggiore spaziatura.

Per quanto sintetico l’argomento Dock potrebbe terminare qui se non fosse per una nuova potenzialità di OS X 10.5: gli Stacks.

Cosa sono e che potenzialità avranno gli Stacks sarà chiaro solo ad Ottobre quando Leopard giungerà nei nostri Mac. Fatta questa premessa esaminiamo la loro geniale creazione e dei limiti che potrebbero essere temporanei.
Con l’articolo di una settimana fa e la lamentela che le finestre del Finder non avessero introdotto l’uso dei Pannelli (Tab – Vedi Safari) ho scatenato una discussione sulla “metafora” della Scrivania dell’OS X. Bene, provate ad immaginare il vostro ufficio e di voler raggruppare qualche documento nel Dock della vostra scrivania per comodità, ma con la necessità di non variare la collocazione fisica degli stessi: questo è ciò che fanno gli Stacks.
Non essendo un ingegnere informatico mi piace talune volte banalizzare i concetti per una maggiore fruibilità, potremmo quinti definire, banalmente, uno Stack un raggruppamento di alias. Guardate l’immagine seguente.

Leopard - Cartella Applicazioni ed icone selezionate per uno Stack

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Vi sono quattro icone selezionate: due applicazioni e due cartelle. Ciò significa che ci accingiamo a realizzare uno Stack con quegli elementi, basterà trascinarli nel Dock. Detto fatto lo Stack si trova fra Time Machine e Safari.

Leopard - Dock con Stack aperto

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E gli si può anche cambiare nome come si può notare dall’immagine che segue. La finestra vene richiamata dal classico menù che ogni icona del Dock ha.

Leopard - Finestra per rinominare gli Stacks

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Dock + Stacks, gemellaggio quasi perfetto

Gli Stacks, come molte innovazioni che verranno introdotte da Leopard, faranno la felicità del D-User e non solo. Proprio guardando con apprezzamento e favore gli Stacks ed il nuovo Dock intesi come “elemento operativo unico” vanno fatte delle riflessioni:

  1. Il Dock, da sempre, è suddiviso in due zone: a sinistra le applicazioni ed a destra le cartelle. Questo limite non ha più senso mantenerlo, tanto più dopo l’introduzione degli Stacks che liberalizzano in maniera poco coerente la collocazione di applicazioni a destra e cartelle a sinistra.
  2. Parlando del punto 1. l’incongruenza è chiara quando il nostro Stack, guardate l’immagine di cui abbiamo parlato in precedenza, essendo composto da due applicazioni e due cartelle è collocabile ovunque. Mentre uno Stack fatto solo con le applicazioni non andrà a destra (area cartelle) ed uno di sole cartelle non andrà a sinistra (area applicazioni).
    Che senso ha premiare la promiscuità quando si potrebbe puntare ad un Dock completamente flessibile alle esigenze dell’utente.
  3. Il 13 Settembre 2006 nell’articolo “Pensando a Leopard – Uno sguardo fra Desktop e Finder” teorizzavo le Manhattan Folder alla sezione Dock Pro. Non si parlava ancora di Stacks, eppure quanto io pensavo è riconducibile oggi sotto forma di Stack.
  4. Come si è visto è possibile attribuire un nome specifico agli Stacks, non si sa ancora se sarà possibile attribuire una “copertina” magari dalla forma di una Folder caratterizzata per grafica e dal nome che abbiamo attribuito allo Stack, ad esempio “Browsers”, “My iLife” o … Ciò detto servirà a rendere meno confusa la visione dello Stack che ora ha in primo piano una icona con le altre che si intravedono alle volte più alle volte meno.
  5. Come non mi è ancora chiaro come sarà possibile inserire o togliere da uno Stack documenti, applicazioni e cartelle. Sicuramente dovrà essere possibile.
  6. Per finire il balloon a supporto dei testi etichetta dovrebbe avere un più forte grado di opacità. Tanto per capirci un effetto stabile come quello che supporta l’ingrandimento di un numero di telefono in Rubrica Indirizzi.

Dock + Stacks, il risultato

È certamente di eccellenza sebbene occorrerà attendere Ottobre per il giudizio finale e per comprendere come verrà “rifinito” il progetto Stacks. Speriamo che a Cupertino giunga anche questo articolo!

Idea di Carlo Filippo Follis – Fonte originaria: Norisberghen.it – Progetto “Apple D-User

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