GoodReads è un noto servizio di navigazione e scoperta dei libri, una sorta di social network dedicato alla carta stampata e creato nel dicembre 2006 dallo sviluppatore e imprenditore statunitense Otis Chandler. Non diversamente da altri servizi analoghi, sulla piattaforma gli utenti possono aggiungere i loro tomi preferiti, leggere le recensioni degli altri 10 milioni di iscritti e dare voti o commenti su un database di circa 300 milioni di libri.
In linea puramente teorica, costituirebbe il naturale completamente per chiunque si occupi di distribuzione, ed ecco perché Apple e Google si sono pestate i piedi a vicenda. Quando, all’inizio dell’anno, Amazon ha acquisito Goodreads, di fatto ha messo una pietra sopra alle trattative in corso con la mela. Lo rivela il Wall Street Journal in un articolo di oggi:
Goodreads aveva proposto che le sue recensioni e i punteggi apparissero all’interno di iTunes quando gli utenti cercavano un titolo […]. iTunes ha già integrato in un modo simile le valutazioni di Rotten Tomatoes. Apple si stava già cullando all’idea, ma le trattative non hanno fatto molta strada […].
Attorno a marzo, Apple esortò Goodreads a non arenarsi coi negoziati, […] ma i responsabili di iTunes erano sorpresi del silenzio dei dirigenti Goodreads.
E poi è andata come tutti sappiamo. Goodreads verrà ora implementato all’interno del sistema di raccomandazione di Amazon, tra l’altro già estremamente sofisticato (ben migliore dell’App Store, se proprio la dobbiamo dire tutta). Non esistono scadenze precise a riguardo, tuttavia; è un processo che richiederà evidentemente qualche tempo.