I 47,8 milioni di iPhone venduti da Apple nel corso dell’ultimo quarto fiscale, non sono bastati a fermare le voci su un presunto declino dell’azienda, confortate anche dalla discesa del titolo AAPL in borsa.
Sui motivi di tutto ciò si è espresso l’analista Benedict Evans di Enders Analysis, interrogatosi soprattutto sulle possibilità di crescita per Apple, arrivata a un punto in cui la stessa azienda è talmente grande da far sì che gli investitori si preoccupino sulle possibilità di crescita ulteriore.
“Quante persone sono rimaste che possono comprare un telefono da 650$ (o anche uno da 400$) ogni 24 mesi? La crescita è quasi finita? Questo porta all’enormemente dibattuta questione del ‘telefono economico’, e a come questo telefono possa diluire i margini. Come investitori, spendereste per un’azienda con alta crescita e alti profitti continui, bassa crescita e stessi profitti, o stessa crescita e (a causa di prodotti economici) bassi profitti? Non è molto chiaro. Siamo in un circolo vizioso: alti numeri significano saturazione (male) e bassi numeri significano crescita rallentata (male).”
Un modo di contraddirsi, se vogliamo, per gli stessi investitori, i quali auspicano da un lato l’arrivo di un iPhone economico chiedendo allo stesso tempo gli stessi margini di profitti ottenuti finora dall’azienda con i suoi dispositivi attuali.
A questo punto per Evans, Apple è al punto in cui “ogni notizia è una cattiva notizia”, visto che l’unico modo per la società di Cupertino di far impennare nuovamente le sue azioni sarebbe quello di ripetere la crescita esponenziale ottenuta negli ultimi anni: cosa diventata ormai impossibile con la concorrenza dell’ecosistema Android.
Anche Apple ha conosciuto la forza di gravità insomma, ma non per questo è detto che debba schiantarsi visti gli ultimi numeri.
Via | Bgr.com
Foto | Getty Images