Apple di sicuro non ha inventato lo smartphone con touchscreen e tantomeno ha innovato con l’uso del capacitivo rispetto al resistivo. Tuttavia il suo iPhone dal primo modello ha saputo catturare gli utenti, anche i più scettici, puntando su un aspetto fondamentale: la fluidità dell’interfaccia grafica ad ogni tocco.
Sembra una sciocchezza ma la frustrazione di un utente alle prese con un telefono privo di tasti che non risponde a dovere alle proprie ditate raggiunge i massimi livelli, più del crash ripetuto di un’applicazione o della scarsa durata della batteria. L’iPhone può avere mille problemi, più o meno importanti, ma ha mai risposto male allo scrolling, al pinch, al tapping ossessivo dell’utente? Potete dire la stessa cosa di uno smartphone con Android?
La discussione è nata da un post di Dianne Hackborn a cui è seguito l’approfondimento di Andrew Munn, entrambi ingegneri del software reclutati da Google, che chiariscono la differenza principale: se su un telefono Android il rendering dell’interfaccia utente si verifica sul thread principale di un app oppure il rendering dell’interfaccia utente ha la priorità normale, la risposta al tocco sarà poco fluida, inevitabilmente. Su iPhone il rendering e gestione dell’interfaccia grafica ha priorità massima, accentrando tutte le risorse di CPU E GPU, per la gioia di chi lo utilizza.
La “soluzione” non è ovvia come sembra. Se iPhone mantiene la filosofia It Just Works dettata da Steve Jobs curando l’interfaccia e l’esperienza utente, Android garantisce la rapidità di operazioni in multitasking vero e c’è chi mette la mano sul fuoco assicurando che il proprio Galaxy Nexus abbia una GUI fluida come quella di un iPhone 4S.
La conversazione continua su vari fronti e a noi non resta che attendere ulteriori miglioramenti da parte degli sviluppatori.
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