In seguito all’annuncio dei nuovi Mac Pro al WWDC 2013, si sono diffusi su Internet dei benchmark su Geekbench II che mostravano le prestazioni di un Mac Pro con processore Intel Xeon E5-2697 v2 a 2.7 GHz, 64 GB di RAM e una build specifica di OS X Mavericks. Al tempo, molti osservatori rimasero delusi nel constatare dei risultati solo lievemente superiori a quelli registrati col Mac Pro 2012 di punta; e parliamo di una macchina considerata già superata al momento del debutto.
D’altro canto, si trattava ancora di un prototipo o poco più, dotato di una qualche beta acerba di OS X su cui è stata fatta girare la versione a 32 bit di Geekbench; detto in altre parole, la macchina che giungerà sul mercato nel corso dell’anno avrà prestazioni sicuramente migliori, soprattutto in abbinamento con la variante a 64 bit di Geekbench.
Lo lascia pensare la scoperta fatta da Tom’s Hardware, che è riuscito a mettere le mani su uno dei processori che alimenteranno i Mac Pro. Per ovvie ragioni, si tratta di test eseguiti su Windows, ma i risultati strabilianti lasciano intuire la quantità di potenza bruta che si nasconde in seno a questi chip:
I benchmark trapelati inizialmente erano prodotti da una versione a 32 bit di Geekbench su di una build pre-release di OS X Mavericks. Con le build a 64 bit, il benchmark aggiunge il supporto a SSE, sebbene sia ancora una estensione pre-Pentium 4. Passando dai 32 ai 64 bit con SSE su sistemi Xeon X5675 produce incrementi prestazioni nell’ordine del +14%.
Curioso di sapere come questo Xeon a 12 Core se la cavasse su Windows, ho fatto qualche test su Geekbench a 64 bit e ho ottenuto 30.000 punti; più del 25% in più rispetto ai risultati precedenti.
I famosi “deludenti” risultati che non superavano il punteggio di 24.000. Ovviamente occorrerà valutare l’impatto sul mondo reale, e molto dipenderà dalla bravura -e dalla pazienza- con cui gli ingegneri di Cupertino ottimizzeranno il software. Ma a questo punto è ragionevole affermare che il salto tra gli attuali Mac Pro e quelli in arrivo in autunno sarà di quelli da far gridare al miracolo. O quasi.