Da una parte c’è HTC, che ha già il suo bel daffare tra carte bollate e avvocati per la causa sulle presunte violazione dei brevetti con Apple, e dall’altra c’è una società storica come Palm, che nonostante l’oggettiva bontà del suo ultimo prodotto semplicemente non ce l’ha fatta. E ora che è in vendita, pare che Dell, Lenovo e HTC siano in lizza per l’asta.
Con un valore di mercato di 870,8 milioni di dollari, Palm possiede un Sistema Operativo mobile tra i più apprezzati, e gode di una fama storicamente comprovata. Negli anni ’90 i suoi smartphone Treo hanno rappresentato un punto di svolta nella storia della telefonia mobile, unendo probabilmente per la prima volta il concetto di cellulare a quello di PDA. Il pur ottimo Palm Pre, che nelle intenzioni di Jon Rubinstein doveva assurgere al ruolo di iPhone-killer, ha purtroppo fallito nel suo compito.
Per questa ragione, l’enorme portfolio di brevetti posseduto potrebbe costituire un’arma formidabile nell’arsenale di HTC nella guerra contro Cupertino. Non per niente, sebbene le schermaglie di facciata, Apple non ha mai mosso un dito contro Palm, segno eloquente che una causa legale contro quest’ultima sarebbe probabilmente vana.
Il problema, comunque, ha implicazioni di più lunga portata: sarà il potenziale acquirente in grado di trasformare WebOS nel successo che non è mai stato? Saprà scavagli una nicchia d’utenza tra due colossi come Apple e Google che si danno gomitate per il primo posto, e Microsoft che rincorre e rilancia con Windows Phone Series 7? Non prevediamo il futuro, ma probabilmente di spazio non ce n’è molto: ecco perché la triste idea di un’arma usa e getta a qualcuno non deve sembrare affatto peregrina.