Le nuove regole di Apple per lo sviluppo delle applicazioni hanno riaperto il dibattito su pregi o difetti delle piattaforme tecnologiche aperte. Alle numerose critiche, Steve Jobs ha risposto sostenendo che le scelte di Cupertino vanno a favore dell’utente, che così usufruirà di applicazioni di buon livello.
Ricordiamo che la clausola 3.3.1 dell’iPhone Developer Program License Agreement impone agli sviluppatori l’uso di linguaggi di programmazione approvati da Apple (C, C++, Objective C e Javascript). Si tratta di una scelta molto restrittiva, ma anche con ottime ragioni d’essere; tra queste, la sicurezza.
Il redattore capo della sezione tecnologia del Guardian, Charles Arthur, ha recentemente scritto che lo stato pietoso della sicurezza di Windows giustifica l’esistenza di iPad. Giustifica anche la severità delle restrizioni imposte da Apple.
La nuova generazione di dispositivi orientati ad Internet, tra cui iPhone, Xbox, e iPad, sono la principale ragione di questo cambio di regole del gioco. Questi dispositivi non possono essere modificati facilmente se non da chi li commercializza o da partner selezionati. In questo senso, ci fa notare Joseph Menn del Financial Times, la clausola 3.3.1 del SDK segue la stessa via: la direzione dello sviluppo tecnologico della piattaforma è lasciata in un certo senso libera, rimanendo però fortemente sotto il controllo della casa produttrice.
Stiamo parlando di un compromesso fra cybersicurezza e versatilità della piattaforma. iPad sicuramente sarà più sicuro dei PC e magari anche dei computer Mac. D’altra parte sarà anche meno flessibile, la politica di Apple frenerà l’evoluzione del software nella sua innovatività.
Non è detto che tutte le altre piattaforme debbano seguire questa linea, conclude Joseph Menn, ma l’esempio di Apple deve servire di avvertimento alle altre compagnie. Finora Microsoft non è riuscita a proteggere i propri utenti. Prima o poi lo sviluppo di Internet costringerà i suoi utenti a delle scelte più avvedute, nel campo della sicurezza. In quel momento, anche loro dovranno scendere a compromessi.
[Foto Andrew Magill]