[blogo-video provider_video_id=”6Tv003mf-ghClGWxr” provider=”jwplayer” title=”I sensori Gimbal di Qualcomm” thumb=”http://bvideo.blogo.it/thumbs/6Tv003mf-720.jpg” url=”http://bvideo.blogo.it/players/6Tv003mf-ghClGWxr.js”]
La tecnologia iBeacon sviluppata da Apple oramai è già entrata in molti negozi di Cupertino e non solo, ma da oggi non opera più in regime di monopolio. Qualcomm ha infatti lanciato un prodotto analogo e concorrente, chiamato Gimbal. Esattamente come l’equivalente con la mela, Gimbal fornisce sensori beacons che fungono da access point Bluetooth per le app su iPhone e iPad dotati di Bluetooth LE.
Si tratta di una piattaforma di prossimità context aware in grado di fornire agli utenti informazioni altamente pertinenti al proprio profilo, in base a caratteristiche come posizione geografica, attività, tempo e interessi personali. Sul sito ufficiale del servizio, si legge:
Gimbal aiuta ad aumentare la rilevanza dei contenuti inviati sui dispositivi degli utenti, filtrando quel che è irrilevante e lasciando solo esperienze personalizzate; ciò consente ai rivenditori, ai luoghi di aggregazione, ai content provider e agli sviluppatori di inviare contenuti personalizzati di alto valore per arricchire i dispositivi mobili dei loro utenti.
Il vantaggio principale di Gimbal rispetto alla soluzione proposta da Apple, manco a dirlo, è il contenimento dei costi. Se infatti i sensori di terze parti compatibili con iBeacon costano mediamente un centinaio di dollari per il bundle da tre, gli omologhi Gimbal sono proposti con prezzi di 5 o 10 dollari l’uno in base alla precisione richiesta.
Apple ha iniziato per prima, allestendo alla chetichella iBeacon negli Apple Store, e altre società -tipo Macy’s e Exact Editions- hanno dato già inizio ai test su strada; inoltre, può contare sull’integrazione nativa con l’OS. Gimbal invece parte con un po’ di ritardo, ma è già nativamente compatibile con iOS, fornisce un SDK molto completo e oltretutto costa parecchio meno. Solo il tempo potrà dre chi la spunterà.