Un nuovo brevetto Apple, denominato “Systems and Methods for Identifying Unauthorized Users of an Electronic Device” (“Sistemi e metodi per identificare utenti non autorizzati su di un dispositivo elettronico”), descrive un futuro in cui gingilli come iPhone saranno in grado di riconoscere l’utente in base ai suoi tratti biometrici e garantirgli così l’accesso alle informazioni.
Il sistema è piuttosto scaltro e per procedere al riconoscimento fa uso di immagini e suoni:
L’invenzione è volta alla sicurezza e descrive metodi per identificare gli utenti attraverso un’immagine, il suono della loro voce o persino il loro battito cardiaco. La fotografia, la registrazione o il battito possono poi essere rispettivamente confrontati con la fotografia e la registrazione del battito degli utenti autorizzati, così da determinare se combaciano. Eventuali discordanze indicano utenti non autorizzati.
In caso di compromissione della sicurezza, il dispositivo potrebbe inviare ad esempio un SMS, o una mail con la foto del potenziale ladro e le sue coordinate geografiche, il tutto in maniera assolutamente trasparente. Opportuni messaggi potrebbero essere confezionati anche in caso di azioni non autorizzate specifiche, come ad esempio la rimozione della SIM, il jailbreak, l’unlock o un generico hack.
Al di là degli aspetti legati alla sicurezza, comunque, il brevetto si sofferma anche su usi più triviali ma parimenti interessanti, come ad ad esempio la possibilità di riconoscere i vari utenti di un dispositivo senza dover ricorrere a una scelta specifica e all’inserimento della password. Insomma qualcosa di molto simile a quel tablet multimediale condiviso in famiglia di cui parlava il Wall Street Journal lo scorso gennaio, prima della presentazione ufficiale di iPad.
Il brevetto in questione, infine, porta in calce le firme di Taido Nakajima, Pareet Rahul e Gloria Li, ed è stato depositato il 19 febbraio 2009.