[blogo-video provider_video_id=”u5OV_BJreTA” provider=”youtube” title=”iWatch – A Future Concept” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=u5OV_BJreTA”]
Aggiornamento del 20 gennaio 2014, a cura di Ruthven.
Sembra, secondo gli ultimi rumor provenienti dall’Estremo Oriente, che i problemi di produzione degli iWatch di Apple siano ormai risolti e che le fabbriche cinesi si stiano preparando ad un incremento della produzione per il terzo trimestre 2014. È vero che dello smartwatch di Apple si parla da anni ormai, senza che nessuna notizia credibile filtri dagli ambienti Apple. Certo, abbiamo visto alcuni schermi touchscreen molto piccoli ed alcuni interessanti concept, come quello futuristico di Zach King e con la bionda Courtney Coker nel video qui sopra, ma nulla di concludente.
Ecco però che il DDaily coreano ha confermato l’esistenza di un accordo esclusivo fra LG e Apple per la costruzione di display flessibili per gli iWatch. Il DDaily conferma la notizia che girava già da tempo negli ambienti prossimi a LG Display e cioè che i pannelli per gli schermi degli iWatch misureranno 1.52 pollici ed useranno la tecnologia P-OLED.
P-OLED sta per Plastic OLED ed è stata introdotta da LG per i suoi smartphone G Flex; questa tecnologia permette schermi con un design curvo. Inoltre, il DDaily afferma che LG inizierà la produzione in massa dei suoi display per iWatch a partire da luglio 2014, per raggiungere entro settembre i 2 milioni di unità. La conseguenza diretta di un tale aumento della produzione è un lancio per la fine dell’estate.
Se la data del lancio è flessibile, è ormai certo che il 2014 sarà l’anno dell’iWatch. Apple ha già prodotto, in collaborazione con LG, alcuni prototipi di iWatch ed è ora pronta per la produzione in grandi quantità. Le caratteristiche della batteria e dello schermo sono ormai fissate e fonti cinesi parlano di un lancio sul mercato per ottobre 2014, in linea con quanto filtrato dalle fonti coreane. Apple starebbe addirittura organizzando un evento esclusivamente per presentare al pubblico il nuovo dispositivo mobile, con appuntamento a fine estate.
iWatch, rallentamenti in catena di montaggio a causa delle finiture
Scritto da: Giacomo Martiradonna – venerdì 3 gennaio 2014
Il cosiddetto iWatch, lo smartwatch di Apple in arrivo nella seconda metà dell’anno secondo i rumors, rappresenta una sfida tecnologica notevole per i produttori partner di Cupertino. Tant’è che la produzione procede col contagocce a causa della complessità dei trattamenti finali del prodotto.
Lo ha rivelato DigiTimes in un recente articolo insolitamente dettagliato, in cui si legge:
Diversi dispositivi inddossabili come l’iWatch di Apple e il Tog di Qualcomm sembra stiano registrando ritmi produttivi dimezzati a causa delle difficoltà nell’applicare i trattamenti di superficie sugli chassis creati con tecnica di fusione MIM, secondo le fonti della catena superiori delle forniture. […]
I componenti creati con tecnica MIM venivano usati principalmente all’interno dei prodotti, ma a mano a mano che i componenti diventano parte del design esterno, i trattamenti di superficie sono diventati processi fondamentali per l’aspetto stesso dei prodotti.
La tecnologia di fusione metallica MIM (Metal injection molding) consiste in un processo capace di creare componenti dotati di geometria complessa con elevate classi di tolleranza e a costi molto contenuti; tuttavia, si distingue da Liquid Metal per alcune caratteristiche fondamentali. MIM consiste infatti di materiali polverizzati e combinati assieme attraverso un agente legante, che vengono poi iniettati negli stampi e portati ad elevata temperatura per solidificare; le leghe Liquid Metal, invece, vengono portate alla temperatura di fusione e iniettate negli stampi come si farebbe coi comuni metalli, fin quando il tutto non si raffredda.
Rispetto a MIM, questa tecnica consente di ottenere maggiore precisione e controllo di forma, una robustezza superiore, parecchia elasticità in più e una invidiabile resistenza alla corrosione; ma ci vorrà ancora parecchi anni perché la tecnologia sia sufficiente robusta da permettere la costruzione di interi computer e dispositivi mobili. E questo spiegherebbe il perché degli intoppi di produzione.