iOS e OS X si uniranno in un OS unico chiamato 'iAnywhere' secondo J.P. Morgan

Contrariamente a quanto pubblicamente dichiarato da Craig Federighi in persona, gli analisti sostengono che un giorno iOS e OS X convergeranno in unico Sistema Operativo.
iOS e OS X si uniranno in un OS unico chiamato 'iAnywhere' secondo J.P. Morgan
Contrariamente a quanto pubblicamente dichiarato da Craig Federighi in persona, gli analisti sostengono che un giorno iOS e OS X convergeranno in unico Sistema Operativo.

Aggiornamento del 13 febbraio 2014, a cura di Giacomo Martiradonna.

A dire di J.P. Morgan, Apple sta segretamente lavorando ad una convergenza tra iOS e OS X che migliorerà l’esperienza utente su iPhone e iPad. Il nuovo OS ibrido, afferma Mark Moskowitz su CNet, sarà ribattezzato ‘iAnywhere’ e fornirà un OS punta e clicca completo che comparirà inserendo i dispositivi mobili di Cupertino in uno speciale dock.

L’idea è vecchia. Prendete ad esempio l’ATIV Q, l’Ultrabook di Samsung che si sdoppia nel formato (tablet o portatile) e nel Sistema Operativo (Windows 8 o Android Jelly Bean 4.2.2) semplicemente ribaltando lo schermo-tablet e sovrapponendolo alla tastiera. Ed è grossomodo la stessa intuizione alla base dell’Acer Aspire R7 o dall’Asus Transformer Book Trio.

“Sebbene non sia una idea originale, il nostro team di ricerca globale ritiene che Apple potrebbe essere sul punto di introdurre una nuova categoria con iAnywhere, un Sistema Operativo convergente tra Mac OS e iOS, che permette agli iPhone e agli iPad di infilarsi in uno speciale display con dock e utilizzarlo come fosse un computer. Nella nostra visione, questa categoria rappresenterebbe un vero e proprio salto evolutivo, in grado di far balzare in avanti non soltanto la crescita di iPhone e iPad ma anche delle periferiche, dei software e dei servizi basati sul Cloud.”

Secondo Moskowitz, questa nuova tecnologia ibrida debutterà tra 12-18 mesi, nonostante Crai Federighi abbia esplicitamente negato la possibilità:

“Dire che OS X e iOS dovrebbero essere uguali, indipendentemente dal loro scopo? Farli convergere solo per amore della convergenza? Non è assolutamente uno dei nostri obiettivi”

E del medesimo avviso era anche Phil Schiller:

“Non ci perdiamo neppure tempo a pensare all’ipotesi di un’unica interfaccia. Come si fa a unire questi Sistemi Operativi? Sarebbe solo un grande spreco di energie”

Se lo chiedete a noi, mettere assieme iOS e OS X così come sono adesso è controproducente e forse perfino impossibile. Però, immaginando una sostanziosa cura dimagrante per OS X che lo renda in nuce simile ad iOS, e ipotizzando l’arrivo di una nuova classe di dispositivi, magari la cosa è fattibile. E chissà che nelle segrete di Cupertino non ci stiano già lavorando.

“La convergenza tra iOS e OS X non è un obiettivo di Apple” secondo Craig Federighi

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In occasione dei 30 anni del Mac, Macworld ha pubblicato una lunga intervista a Phil Schiller, Senior Vice President del Product Marketing mondiale, Craig Federighi, il Senior Vice President del Software Engineering, e Bud Tribble, Vice President del Software Technology. In particolare, Federighi si è soffermato su un punto particolarmente interessante e relativo al futuro di iOS e OS X.

Da molto tempo si nota un costante processo di iOS-izzazione di OS X; i due Sistemi Operativi, in altre parole, si influenzano l’un l’altro; e questa convergenza ha portato più d’uno a considerare la possibilità nel medio e lungo termine di una completa sovrapposizione, arrivando a vaticinare il giorno in cui iOS e OS X saranno le medesima cosa. In realtà, Schiller nega con vigore questo scenario. OS X è stato ottimizzato negli anni per l’uso con mouse e tastiera, mentre iOS nasce per altri scopi:

“Non ci perdiamo neppure tempo a pensare all’ipotesi di un’unica interfaccia. Come si fa a unire questi Sistemi Operativi? Sarebbe solo un grande spreco di energie,” ha affermato Schiller. Ma ha aggiunto che la società sta decisamente cercando di smussare gli angoli dell’esperienza utente che rendono difficile per i clienti passare da Mac a un dispositivo iOS. Per esempio, assicurandosi che le app di calendario e messaggistica abbiano lo stesso nome sia in OS X che iOS.
“Dire che OS X e iOS dovrebbero essere uguali, indipendentemente dal loro scopo? Farli convergere solo per amore della convergenza? Non è assolutamente uno dei nostri obiettivi” ha affermato Federighi. “Non si può certo dire che il Mac è peggiorato nell’essere Mac perché qualcuno ha cercato di ridurlo in iOS. Allo stesso modo, non è auspicabile che iOS sembri essere stato progettato da una società e OS X da un’altra, come se divergessero per una mancanza di visione comune. Abbiamo un senso comune dell’estetica, un set comune di principi che ci guidano, e stiamo costruendo i migliori prodotti possibili per i loro scopi unici. Per cui, saranno identici solo dove ha un senso, e saranno diversi in quegli elementi particolari che sono critici per la loro stessa essenza.”

Questa intervista, tra l’altro, è stata scritta su un Mac. Nel senso che Jason Snell, editor di Macworld, quel giorno aveva con sé un iPhone, un iPad e un MacBook Air. Federighi ha notato la cosa e, puntando allo zaino della giornalista, ha spiegato:

“Avevi a disposizione un sacco di strumenti. Ma hai estratto l’unico che ti sembrava adatto per il lavoro da fare. E non perché fosse il più potente. L’hai tirato fuori perché ti sembrava il dispositivo più naturale per portare a termine il lavoro.”

E in risposta ai fautori della convergenza fine a se stessa, Schiller ha dichiarato che il Mac “va avanti da sempre e continuerà così” proprio in virtù delle caratteristiche che lo differenziano da iOS e dal resto dell’offerta. Come dire, nonostante i Mac siano nettamente diversi da quelli presentati 30 anni fa da Steve Jobs, rivestono ancora un ruolo chiave nei piani di Cupertino.

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