Perché il nuovo MacBook Air monta un processore anzianotto?

Perché il nuovo MacBook Air monta un processore anzianotto?


Finalmente, dopo un’attesa durata due anni e mezzo, il MacBook Air è stato aggiornato. Immagino che molti si sarebbero aspettati una CPU un po’ più performante, magari per consentire un’esperienza di navigazione web completa (con contenuti Flash) e veloce. Pare che ancora una volta le loro aspettative siano state disattese. Il Core 2 Duo è ancora tra noi all’interno del nuovo modello (in entrambe le versioni).

Supposto che le intenzioni di Apple fossero quelle di migliorare sensibilmente le performance del nuovo gioiello ultra-sottile, la scelta dell’anziana CPU appare come un grande smacco agli ultimi sforzi di Intel. L’azienda leader nella produzione di processori, infatti, ha sviluppato la linea Arrandale: processori con lavorazione a 32nm con northbridge e GPU integrate nello stesso package; tuttavia Apple sembra aver elegantemente declinato l’offerta. Ad Intel non devono aver fatto i salti di gioia.

Alcuni mesi fa, i nostri lettori più affezionati lo ricorderanno, Intel aveva presentato la linea Arrandale ULV, processori realizzati appositamente per sistemi ultra-portatili, e fu subito ovvio che non fossero destinati ai nuovi MacBook Air. Ma come? Si, avete capito bene. Il problema non era tanto quello del processore, meno potente rispetto al Core 2 Duo, quando quello della GPU integrata.

La GPU multicore integrata nel chip nVIDIA 320M dei nuovi MacBook Air semplicemente disintegra le performance, a loro dire migliorate, dei chip grafici Intel installati nei processori Core i-series. Tra l’altro il chip di nVIDIA supporta perfettamente OpenCL, una caratteristica che Intel ancora deve recepire nelle proprie IGP. Ciò che Apple ha fatto è stato decidere tra la potenza grafica del 320M e quella del processore, optando infine per la prima. Nel caso dei nuovi MacBook Pro, la scelta è ricaduta sulla seconda poiché il maggiore spazio a disposizione degli ingegneri ha permesso di installare i nuovi processori ed affiancare a questi un chip grafico ausiliario (nVIDIA GeForce GT 330M) il cui switch viene gestito via software.

Anche volendo utilizzare la GPU integrata nei nuovi processori, a scapito delle performance grafiche, questi sono più grandi dei Core 2 Duo a basso voltaggio introdotti appositamente per i vecchi MacBook Air. Difatti, il nuovo processore richiede un nuovo controller separato. La combinazione delle due componenti, semplicemente non entra nella piccola mainboard del nuovo portatile. Tra l’altro la scelta è andata anche a vantaggio del tempo di autonomia della batteria: tra 5 e 7 ore di autonomia è senza dubbio un’ottimo risultato.

Infine rimane da spiegare il perché Apple abbia deciso di utilizzare differenti velocità operative per la versione da 11,6″ e per quella da 13,3″. L’ultra-portatile più piccolo monta un processore da 1,4Ghz oppure da 1,6Ghz, laddove il più grande ne monta uno da 1,86Ghz oppure 2,13Ghz. Il motivo ha a che vedere unicamente con quello che in gergo si chiama thermal design, cioè la progettazione in funzione della temperatura operativa. I processori più lenti, quelli del modello da 11,6″, operano con 10W TDP, 7W in meno rispetto a quelli usati nel modello più grande, rendendo di fatto più semplice la dissipazione del calore per uno chassis più piccino.

Riepilogando, alla luce di queste informazioni tecniche è evidente che la combinazione scelta da Apple è più performante rispetto a quella proposta, finora, dalle nuove CPU di Intel. Tali processori sono già utilizzati in notebook dalle dimensioni simili a quelle del MacBook Air, sebbene costino sensibilmente di più. Questa volta Apple ha deciso di massimizzare performance, autonomia della batteria e portabilità offrendo una macchina con un prezzo più basso della precedente generazione. Tuttavia, a voi utenti spetta sempre l’ultima parola.

[Via ArsTechnica]

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