È stato tagliato il nastro del Mac App Store e come tutti anche noi abbiamo iniziato ad esplorare questo nuovo negozio virtuale dedicato alla comunità Mac. Vediamo insieme come è andato questo primo giretto esplorativo.
La prima sensazione che si ha aprendo il Mac App Store è quella di esserci già stati viste le tantissime somiglianze con l’App Store presente su iTunes e sui dispositivi dotati di iOS.
Nella parte superiore della finestra ci sono le sezioni dello Store in cui possiamo muoverci e ci sono anche due frecce “Avanti” e “Indietro” che permettono di tornare sui propri passi nelle pagine visitate precedentemente.
La prima sezione, quella aperta di default, è In primo piano. Questa sezione è organizzata in modo da dare ampio spazio a un loop di applicazioni per Mac che si alternano di continuo proprio come succede su iTunes Store.
Nella parte inferiore della pagina si trovano le applicazioni Nuove e degne di nota, le Più richieste e le Preferite dalla redazione. Nella colonnina di destra è possibile accedere al proprio account e visualizzare un’anteprima delle applicazioni più scaricate.
La sezione Classifiche com’è facile intuire mostra l’elenco delle applicazioni più scaricate divise in acquistate e gratuite. Come sullo store per iOS ci sono anche le app più redditizie e cioè quelle che fatturano di più indipendentemente dal numero di vendite.
Naturalmente è possibile visualizzare anche le classifiche per categoria.
Gli elenchi sono aggiornati ogni ora proprio come succede su iTunes. Nelle prossime ore sarà già possibile vedere quali applicazioni si stabiliranno sulla vetta.
La sezione Categorie mostra le diverse categorie in cui sono divise le applicazioni.
Come su iOS si va dai Giochi alla Medicina, dalla Musica alla Produttività.
A questo punto è arrivato il momento di scaricare la prima applicazione dal Mac App Store. La mia scelta è caduta su Twitter per Mac, la nuova versione di Tweetie che debutta proprio oggi insieme al nuovo store.
Per scaricare l’app, in questo caso gratuita, basta cliccare sul pulsante sotto il logo o visitare la pagina e fare la stessa cosa.
Visitando la pagina di un’applicazione si hanno delucidazioni sulla funzione, informazioni sugli aggiornamenti e screenshot proprio come succede sull’App Store.
Al primo acquisto sul Mac App Store viene naturalmente richiesto il proprio ID Apple, lo stesso che si usa su iTunes, e la relativa password.
A questo punto si verrà indirizzati alla pagina di aggiornamento delle condizioni generali legate all’account che bisognerà accettare con i nuovi articoli legati al Mac App Store.
Una volta sbrigate le questioni burocratiche che ricordo essere una tantum, un’elegante animazione sposterà l’icona del nuovo software sul dock dove inizierà il download.
Il progresso dell’installazione è controllabile in ogni momento tramite una barra che si riempirà fino a scomparire alla fine del download.
Una volta finita l’installazione basta cliccare sull’icona per far partire l’applicazione.
Il processo risulta elegante, molto veloce e senza intoppi a meno di piccoli intasamenti dovuti al grande traffico dei server in queste prime ore successive al lancio.
Ogni nuova app viene copiata nella cartella Applicazioni da dove è possibile eliminarla come al solito buttandola nel cestino.
Tornando nello store, la sezione Acquistate ci mostra le applicazioni scaricate dal negozio, gratuite e non. La sezione Aggiornamenti, invece, segnalerà successivamente gli update delle app scaricate.
Il Mac App Store cambierà di certo in modo indelebile il modo di concepire l’acquisto e l’installazione di applicazioni su Mac e, sono pronto a scommetterci, anche su Windows entro qualche mese.
Il sistema, già collaudato con i dispositivi mobili, è adattissimo a fare da vetrina alle piccole software house che rinunceranno volentieri al 30% del ricavo in cambio della visibilità e dell’aumento delle vendite. La semplicità di utilizzo poi, ne fa uno strumento di sicuro successo per tutte le fasce d’età.
C’è chi dice che non c’è nulla di nuovo nel Mac App Store ma pare proprio che Apple abbia fatto centro, un’altra volta.