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Tutto era cominciato a maggio quando, con una comunicazione interna, Apple ha invitato i suoi dipendenti ad aderire alla consueta marcia di San Francisco in difesa dei diritti della comunità LGBTrc (LGBTQIA, per la precisione). In quell’occasione, fu promesso l’allestimento di un “campo base dedicato agli impiegati accreditati e alle loro famiglie,” e la distribuzione di magliette ricordo, cui fecero seguito anche Carte Regalo iTunes per scaricare 1 canzone.
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Ed è così che a fine giugno, tra i colori e l’atmosfera chiassosa della parata spiccava il logo della mela, in corteo assieme a tutti gli altri. Il video mostra alcune scene relative alla preparazione dell’evento, l’organizzazione delle t-shirt, una piccola celebrazione prima della sfilata, biciclette speciali e la distribuzione di centinaia di bandiere arcobaleno. La canzone di sottofondo è A Sky Full of Stars, dei ColdPlay.
Il 29 giugno, migliaia di impiegati Apple e le loro famiglie hanno marciato al Pride di San Francisco. Sono giunte da tutto il mondo -da città come Monaco, Parigi e Hong Kong- per celebrare il fermo impegno di Apple nel sostenere la diversità e l’uguaglianza. Perché pensiamo che l’inclusione ispiri l’innovazione.
Che poi è grossomodo il medesimo messaggio pubblicato su Twitter da Tim Cook in quelle ore: “Congratulazioni alle 5.000 famiglie/impiegati Apple che hanno partecipato alla parata per di oggi per il Pride. L’inclusione ispira l’innovazione.”
Storicamente, già ai tempi di Steve Jobs, Apple si è sempre spesa per l’uguaglianza e la non discriminazione, a parole e coi fatti; da sempre favorevole all’estensione dei diritti civili a tutti, aveva promosso l’Employment Non-Discrimination Act, la legislazione che proibisce la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere; e in più si era apertamente schierata contro il vergognoso (e probabilmente incostituzionale) disegno di legge anti-gay che l’Arizona ha tentato di far passare, prima che l’opinione pubblica costringesse ad una frettolosa marcia indietro.
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