Il Chromebook di Google nasce già vecchio

Il Chromebook di Google nasce già vecchio


Giurassico, questo l’aggettivo che viene in mente analizzando le caratteristiche tecniche e le funzionalità del Chromebook, il notebook dotato del nuovo sistema operativo Chrome OS lanciato da Google in collaborazione con Acer e Samsung.

Intendiamoci, l’idea di un sistema operativo web centrico è sempre stata molto affascinante e di certo Google non è stata l’unica azienda a realizzarne uno, basti per tutti il webOS di Palm che HP intende adottare su tablet e netbook, ma il Chromebook con il suo hardware vetusto potrebbe decretare l’estinzione definitiva di questa importante visione tecnologica.

Il fulcro della filosofia Google è sempre stato quello di portare tutte le applicazioni sul web e la logica conseguenza è proprio un sistema operativo leggero come Chrome OS, che permette di accedere velocemente al web saltando l’avvio di tutti quei servizi e quelle applicazioni inutilizzate che partono quando si accende un computer.

Chrome è un’ottimo browser ed ha riscosso un buon successo ponendosi come valida alternativa al fianco di Explorer, Firefox e Safari, con il quale per altro condivide il motore di rendering WebKit. In modo analogo Chrome OS potrebbe essere una valida alternativa a Windows se venisse installato in dual boot con il sistema operativo di Microsoft, o meglio ancora se potesse avviare Windows all’interno di una macchina virtuale qualora fosse necessario utilizzare applicazioni più complesse non disponibili sul web.

I Chromebook sono invece dei tradizionali notebook da 12 pollici con processore Intel Atom dual core, sui quali è installato solo Chrome OS, ma il problema è che costeranno circa 400$, più o meno la stessa cifra richiesta per acquistare un analogo notebook con sistema operativo Windows.

Questo film purtroppo lo abbiamo già visto altre volte e la storia ci insegna che le logiche di mercato prevalgono sulla bontà delle idee.

I primi netbook erano esclusivamente dotati di apposite distribuzioni Linux per contenere i costi e permettere un rapido accesso alla rete, sfruttando al meglio le ridotte caratteristiche dell’hardware, ben presto però cominciarono ad essere proposti netbook con hard disk da svariati GB e sistema operativo Windows. Nel giro di pochi mesi le dure leggi di mercato decretarono il successo di questi ultimi e la scomparsa degli esemplari con Linux.

A parità di hardware e quindi di prezzo, il mercato premia i dispositivi più versatili, quelli in grado di far girare qualsiasi tipo di applicazione, non importa se poi verrà quasi esclusivamente utilizzato il browser. Lo sa bene la stessa Apple che inizialmente aveva previsto per l’iPhone solo applicazioni web, ma poi il vero successo lo ha ottenuto quando ha aperto l’App Store, offrendo la possibilità di scaricare migliaia di applicazioni di terze parti.

Mentre però Apple segue una linea e precorre i tempi, Google sembra un po’ sparare in tutte le direzione sperando di prenderci, ma collezionando anche diversi flop, come la Google TV, anch’essa basata sull’architettura Atom di Intel, con prezzi notevolmente superiori rispetto alla ben più compatta, semplice ed economica Apple TV, che invece sta riscuotendo un discreto successo.

Per contro Google ha già un sistema operativo di notevole successo, ma quello che manca ad Android al momento è proprio un ricco catalogo di applicazioni ottimizzate per l’utilizzo su ampi schermi, come quelli dei tablet, dei netbook e dei notebook.

Poi in fondo Sergey Brin una volta ha detto che Chrome OS ed Android sono destinati a fondersi in un unico sistema operativo, ma mentre Google cerca la sua strada attraverso approssimazioni successive, Apple procede a vele spiegate verso i computer del futuro con processore ARM e sistema operativo iOS.

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