Gli smartphone esistevano già prima che Apple lanciasse l’iPhone, così come i tablet esistevano già prima che Apple lanciasse l’iPad, ma Steve Jobs con i suoi designer ed ingegneri di Cupertino ha saputo rivoluzione il concetto di smartphone e tablet, al punto che il boom di questi dispositivi è coinciso proprio con la nascita dell’iPhone e dell’iPad e la concorrenza si è dovuta adeguare, copiando a man bassa.
Gli smartphone ad esempio avevano praticamente tutti una minuscola testiera fisica, ma sopratutto avevano uno scomodissimo touchscreen resistivo da utilizzare rigorosamente con un pennino. Il touchscreen capacitivo da utilizzare con il polpastrello delle dita, con le famose gesture di pinch-to-zoom e swipe, è stato introdotto da Apple con l’iPhone e da quel momento tutti gli smartphone della concorrenza hanno cercato di imitare e progressivamente raggiungere la fluidità di utilizzo dell’iPhone.
L’iPad non ha fatto altro che portare a dimensioni tablet il concetto dell’iPhone ad un prezzo paragonabile, mentre i precedenti tablet erano dei dispositivi con processore Intel, sistema operativo Windows, pesanti, costosi e con una scarsa autonomia.
Adesso la sfida si sta per ripetere con l’attesissimo iWatch, il primo dispositivo indossabile della Mela, che nelle aspettative di tutti dovrà in qualche modo rivoluzionare il concetto di smartwatch, trasformandolo un settore di nicchia in una mercato da decine di milioni di esemplari venduti ogni anno.
Da tempo seguiamo il mondo degli smartwatch, fin dai primi tentativi di Sony con il LiveView o il nostrano i’mWatch, per arrivare ai più recenti Samsung Gear e Motorola Moto 360.
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In un mondo di smartwatch dal display squadrato una possibile rivoluzione di Apple poteva essere l’introduzione di un display rotondo, ma Motorola ed LG hanno già presentato i loro modelli che presto saranno in commercio, in particolare l’LG G Watch R che ricorda in tutto e per tutto un tradizionale cronografo a lancette.
L’introduzione di sensori biometrici sarà senz’altro una delle caratteristiche peculiari dell’iWatch, trasformandolo in una sorta di sensore del nostro stato fisico e di salute, la chiave che probabilmente potrebbe far esplodere il settore degli smartwatch, la cosiddetta killer application che ne decreterebbe il definitivo successo.
Il punto debole di tutti gli smartwatch è però l’autonomia, le piccole batterie al loro interno garantiscono al massimo due giorni di funzionamento, ma con l’utilizzo intenso del dispositivo non si raggiunge la giornata. Da tempo si vocifera che Apple abbia intenzione di portare l’autonomia dell’iWatch ad una settimana, sfruttando sicuramente il protocollo Bluetooth 4.0 LE a bassissimo consumo di energia e probabilmente la capacità di calcolo dell’iPhone a cui sarà indissolubilmente collegato.
Secondo voi quali potrebbero essere le ulteriori innovazioni che Apple introdurrà con l’iWatch?