Diciamolo subito. Thunderbolt è così incredibilmente performante da spazzare via e relegare al passato USB 2 e FireWire 800, con velocità medie che si attestano sui 700MB/s. Molto dipende dalla bontà della connessione stessa ma tanto deriva direttamente dalla qualità del cavo e dalla tecnologia con cui è assemblato, il che spiega anche i costi maggiorati rispetto a qualunque altro cavo.
C’è un motivo se un cavetto Thunderbolt costa 50$, e lo ha scoperto iFixit smontandone uno. Al suo interno, infatti, allignano sofisticati chip che controllano il trasferimento dei dati:
Nel connettore abbiamo trovato due chip Gennum GN2033, uno per lato. Erano affiancati da altri chip molto più piccoli che di sicuro contribuivano ad aumentare il costo del cavo: due chip chiamati S6A 1JG da un lato, e chip chiamati 1102F SS8370 e 131 3S dall’altro. Ovviamente, c’erano tonnellate di piccole resistenze (che forniscono impedenza secondo necessità) tutt’attorno ai chip più grossi.
Si tratta di una buona notizia da una parte -i chip alleggeriscono l’immane carico di lavoro per il computer- ma un problema dall’altra, visto che difficilmente cavi simili -anche con una diffusione notevole- saranno commercializzati al di sotto dei 10$; un fenomeno, afferma qualcuno, che ricorda l’introduzione della Firewire. Anche allora, infatti, a fonte di prestazioni molto migliori si era costretti a sostenere costi estremamente più elevati rispetto alla USB; l’applicazione poi si focalizzava sullo storage audio-video ad alte prestazioni, e al di fuori del mondo Apple e dell’implementazione proprietaria di Sony in pratica non se l’è filata nessuno. La speranza è che non vada così anche questa volta, ma visti i prodromi i dubbi restano.