Steve Jobs che non presenta più i prodotti agli eventi Apple. D’accordo, c’era da aspettarselo, prima o poi. Ma l’annuncio delle sue dimissioni da CEO colpisce comunque al cuore gli appassionati. E non solo, visto che le azioni della casa di Cupertino fanno registrare una notevole flessione in borsa, come prevedibile: 5,3% in meno dopo l’annuncio. Per avere un’idea concreta dell’impatto economico di Jobs sull’azienda, bisogna pensare che – come racconta puntualmente il L.A. Times – le azioni della Apple sono cresciute, in 8 anni, da un valore di 6,56$ ciascuna ai 376,18$ di ieri, prima del comunicato stampa di Mr. Jobs. Con un picco, a luglio del 2011, di 403,41 $ ad azione.
Ma non sono i nudi numeri che ci interessano, quanto piuttosto ricordare quella filosofia di vita e di azione che Steve Jobs – pur rimanendo fortemente coinvolto nelle decisioni relative all’azienda – riverserà sempre meno in Apple. E così, come non citare il discorso del 12 giugno 2005? Si conferivano le lauree a Stanford. Jobs, che non si è mai laureato, era chiamato a tenere lo speech inaugurale tanto caro agli americani.
E’ il discorso che viene comunemente ricordato come Stay hungry, stay foolish, l’invito finale che Jobs rivolse ai giovani laureati, tratto da una pubblicazione cui era molto legato, The whole Earth catalog. Siate affamati, siate folli. Ovvero, se vogliamo parafrasare, siate curiosi, voraci di informazioni, e siate creativi, senza limiti.
Nel discorso, Jobs ricorda anche il periodo più difficile della sua vita. Quello in cui venne licenziato da Apple. E lo fa in un altro passo molto celebre di quel discorso, rivolgendo un altro suggerimento ai laureati di Stanford:
Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere realimente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi.
Sembrano quasi le parole di una specie di guru new age. E forse lo sono, anche se sono ascrivibili a una delle più brillanti menti dell’informatica e del marketing mondiali; ma sono estremamente legate alla realtà fenomenica e al mito americano del self made man: non invita a mollare tutto per ritrovare se stessi, Jobs. Anzi. Nomen omen, ricorda che il lavoro riempie una buona parte della vita. E poi, dopo la vita, Jobs parla della morte.
E racconta della sua malattia agli studenti:
Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi “addio”.
L’addio che Jobs ha cominciato a formalizzare ieri. Non ai suoi ma alla Apple.
Un addio che non ha niente a che vedere con quel desiderio di immortalità che è proprio degli uomini. Soprattutto di quelli che fanno qualcosa di grande. E qui arriviamo al terzo consiglio di Jobs.
Nessuno vuole morire. […] Voi adesso siete il nuovo che avanza, ma un giorno, non lontano, diventerete il vecchio e sarete cancellati. Mi spiace di essere così drammatico, ma è la pura verità. Il vostro tempo è limitato. E allora, non perdetelo vivendo la vita di qualcun altro. Non siate intrappolati nei dogmi […] Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. Cuore e intuizioni sanno già, in qualche modo, quel che volete diventare. Tutto il resto è secondario.
Jobs, quel che voleva diventare, verosimilmente lo è diventato. Adesso però, come aveva facilmente profetizzato, è venuto il suo turno di farsi da parte per lasciar spazio al nuovo. E come tutti i grandi uomini, si conserva quel desiderio di immortalità designando il suo successore in Tim Cook.