Walter Isaacson ha scritto un nuovo libro, questa volta dedicato agli Innovatori, ossia a quei personaggi che hanno portato avanti la rivoluzione digitale. Dopo essersi dedicato a Albert Eistein ed a Benjamin Franklin, il biografo parla di quegli hacker e di quei geni che hanno modellato il mondo informatico così come lo conosciamo oggi. Intervistato da Gizmodo, Isaacson si è ritrovato a parlare di Steve Jobs, l’Apple CEO a cui ha dedicato la sua biografia di maggior successo.
Nel suo ultimo libro The Innovators (per ora disponibile solo in inglese), Isaacson ripercorre le figure dei padri fondatori dell’era digitale, da Ada Lovelace, la cui storia meriterebbe un libro a parte, a Steve Jobs, appunto, passando da Alan Turing e Bill Gates.
A parte i grandi innovatori, si è portato poco l’accento sulle grandi squadre di innovatori, ossia su quei team che, lavorando assieme, hanno fatto fare passi da giganti alla scienza. Isaacson riconosce in Steve Jobs l’abilità di “aver saputo raggruppare attorno a sé una squadra molto leale sia a lui che alla sua visione e che ha lavorato assieme creativamente”. “Anche con personalità visionarie come quella di Steve”, aggiunge Isaacson, “è importante di saper valorizzare la collaborazione ed il gioco di squadra”.
Una critica arriva però alla Silicon Valley, che sembra vivacchiare sui successi passati piuttosto che lanciare nuove, rivoluzionarie, invenzioni, come lo sono state i microprocessori e i personal computer. La differenza la fa però l’Apple Watch.
Secondo Isaacson, che sicuramente ne ordinerà uno, l’Apple Watch è “straordinariamente cool”. Ci associamo alla sua impressione che questo dispositivo sembra portare avanti il miraggio dietro alla nascita dell’intelligenza artificiale 50 anni fa. Nel provare a capire i bisogni dell’utente, usando i gesti per comunicare, l’Apple Watch crea una connessione fra l’utente e la macchina.
Il computer, nel caso dell’Apple Watch, fa un salto innovativo nel anticipare l’utente nei suoi desideri, andando nella direzione dell’intelligenza aumentata che vuole usare le macchine come potenti alleati della creatività umana, senza che esse copino banalmente i comandi impartiti.
Se l’innovazione sta nell’Apple Watch come non lo è stata in nessun altro dispositivo negli ultimi 10 anni, allora probabilmente vedremo l’uomo dietro alla sua creazione, Tim Cook, come soggetto di un capitolo di un futuro libro di Isaacson.