Fateci caso. Durante la presentazione dei nuovi iPad, Phil Schiller si è soffermato a lungo sulla potenza e la sottigliezza di iPad Air 2, ma ha liquidato l’iPad mini 2 con una innaturale solerzia. E la ragione è semplice: in pratica, a parte un paio di elementi, il nuovo tablet mignon con la mela è praticamente identico al predecessore.
Se iPad Air 2 porta in dote un potente chip A8X, una fotocamera migliorata, un display laminato con copertura anti-riflesso, nuovi sensori come il barometro e il Touch ID, l’iPad mini 3 costituisce un aggiornamento molto più modesto. In pratica, Apple vi fa pagare 100€ in più per il Touch ID e l’opzione di colore Oro; e considerate che, a differenza di iPhone 6 e iPhone 6 Plus, Apple Pay è vincolato ai soli acquisti In-App e online, a causa dell’assenza di NFC.
Per il resto, la terza generazione è pressoché identica alla seconda. E non stiamo affermando che sia un pessimo tablet; diciamo solo che, se non vi interessa il sensore di impronte, e se non vi piace il color Oro, tanto vale risparmiare 100€ e prendersi l’iPad mini 2 che parte da 299€. Sconsigliamo invece di optare per l’iPad mini di prima generazione, disponibile a 249€: il risparmio infatti non giustificherebbe l’abisso prestazionale. E di sicuro, se possedete un iPad mini 2, lasciate perdere il nuovo modello: non ne vale semplicemente la pena.
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iPad mini 3