Il TIME ha fermato le presse ieri per pubblicare un numero speciale dedicato a Steve Jobs. Il numero è centrato sulla persona dell’ex CEO di Apple con 21 pagine che ripercorrono la vita e la carriera di Steve Jobs.
Il numero speciale includerà una storia dei successi di Jobs, scritto dagli esperti di tecnologia del Time, Harry McCracken e Lev Grossman, e una raccolta di fotografie di Diana Walker, che ha fotografato Steve Jobs per il Time dal 1982. Interesse ha suscitato la notizia della pubblicazione in questo numero di un breve saggio scritto da Walter Isaacson, il biografo di Steve Jobs, di cui proponiamo un estratto qui sotto:
All’inizio dell’estate del 2004, ricevetti una telefonata da lui. Eravamo stati in contatto negli anni precedenti, parlando di diversi temi, a volte intensamente e specialmente quando lui era al punto di lanciare un nuovo prodotto che voleva sulla copertina del Time o alla CNN, dove io lavoravo. Però ora avevo cambiato lavoro ed era parecchio che non ci sentivamo. Parlammo un poco dell’ Aspen Institute, dove stavo da poco, e lo invitai a dare una piccola conferenza al nostro campus estivo in Colorado. Sarebbe stato felice di partecipare, disse, ma non per salire sul palco. Voleva, invece, fare una passeggiata con me, affinché potessimo parlare.
Mi sembrò strano. Allora non sapevo che fare una lunga passeggiata era il suo modo preferito di portare avanti una conversazione seria. Alla fine uscì fuori che voleva che scrivessi la sua biografia. Avevo da poco pubblicato una biografia su Benjamin Franklin e ne stavo scrivendo una su Albert Einstein; la mia reazione iniziale fu di chiedere, un poco scherzando, se lui si vedesse come successore naturale di questa sequenza di grandi menti. Proprio perché pensavo fosse nel mezzo di una oscillante carriera e che avrebbe avuto molti altri alti e bassi, rinunciai all’offerta. Non ora, gli dissi. Forse fra dieci o vent’anni, quando andrai in pensione.
Solo più tardi mi resi conto che mi aveva chiamato giusto prima di venire operato di cancro per la prima volta. Mentre seguivo la sua battaglia con la malattia, con una meravigliosa intensità combinata con un sorprendente romanticismo emozionale, lo trovai una persona irresistibile e capii quanto della sua personalità fosse entrata a far parte dei prodotti che aveva contribuito a creare. Le sue passioni, i demoni, i desideri, l’arte, la diavoleria e l’ossessione per avere tutto sotto controllo erano intimamente connessi al suo approccio agli affari, quindi decisi di provare a scrivere la sua storia come se fosse uno studio sulla creatività.
[La foto di copertina è di stata scattata nel 1984 da Norman Seeff. È l’ottava settima volta che Jobs appare sulla copertina del Time.]