Stando a quanto riporta il New York Times, Apple Pay sta continuando a guadagnare accelerazione. A pochi giorni dal rilascio del servizio, la catena statunitense Whole Foods ha registrato oltre 150.000 transazioni, e la metà dei pagamenti da smartphone di tutti i McDonald d’America già passa stabilmente dall’iPhone. E ora, il numero degli esercenti e degli istituti di credito coinvolti è ancora più grande, mentre Samsung tenta il recupero.
La lista delle banche che supportano ufficialmente Apple Pay continua a crescere, e tutto sembra andare nel migliore dei modi:
“I rivendutori e le società di pagamento vedono in Apple Pay l’implementazione che ha la maggior probabilità di adozione da parte del mercato consumer, a differenza dei tentativi precedenti,” ha affermato Moorhead, presidente della Moor Insights & Strategy, una società di ricerche di mercato. “Ritengono che risolverà i problemi che hanno avuto in precedenza coi pagamenti elettronici.”
Visto l’andazzo, non sorprende l’indiscrezione che circola sul Web, secondo cui Samsung avrebbe deciso di acquistare una start-up spcializzata in pagamenti mobili, chiamata LoopPay.
Diversamente da Apple Pay e Google Wallet, questo sistema si basa su un’app specifica e un piccolo accessorio da infilare nel jack cuffie del telefono (anche iPhone); la comunicazione avviene alla pressione di un pulsante, attraverso una tecnologia chiamata “trasmissione magnetica sicura.”
A quanto pare, manca l’integrazione col Touch ID, e ciò significa che occorre sempre digitare un codice per autorizzare il pagamento; tra l’altro, LoopPay funziona solo coi vecchi terminali “a strisciata,” cioè i POS che presto saranno sostituiti da quelli con NFC. Compatibili dunque con i dispositivi Android e iOS.
Insomma, se è così che stanno le cose, sembrerebbe proprio che Samsung abbia puntato sul cavallo sbagliato.