Un recente studio di Arieso, società specializzata nell’ottimizzazione dei dati su network chiusi, conferma un trend estremamente interessante. Un po’ per le nuove abitudini degli utenti e un po’ per le sue specificità, l’iPhone 4S dipende ancora di più da una connessione alla rete; tanto che, rispetto al suo predecessore, genera mediamente il doppio dei dati in mobilità.
I numeri sono impressionanti: parliamo di due volte i dati smossi dall’iPhone 4 e tre volte quelli dell’iPhone 3G. Neppure i possessori di iPad 2 arrivano a tanto, col loro traffico pari ad appena -si fa per dire- 2,5 volte quello di dispositivi del 2008. Un risultato che deriva probabilmente dalle modificate abitudini dell’utenza, sempre più adusa alla fruizione dell’Internet in mobilità e sempre più abituata alla pervasività del Web; ma che dipende anche e soprattutto dalle tecnologie integrate nel telefono.
Pensiamo a Siri, ad esempio, che instrada ogni nostra richiesta ai server Apple perché la interpreti e la memorizzi in un profilo cognitivo; ma anche la fotocamera da 8 megapixel e 1080p produce il suo effetto sui network, soprattutto quando gli scatti sono numerosi e risultano contestualmente attivi iCloud, i backup automatici e Photostream.
Il pericolo per i carrier è che il carico di rete possa presto risultare semplicemente intollerabile per le limitate risorse del mondo mobile. Ma più che invocare tecniche di filtraggio o capping, Arieso propone l’irrobustimento a livello locale dei servizi attraverso l’uso di femtocelle in grado di sfruttare le comuni ADSL domestiche per alleggerire il traffico che grava sul gestore. Non si capisce quindi per quale ragione alcuni le propongano a pagamento, visto che di fatto gli utenti prestano la loro connessione per migliorare la copertura altrui. Va’ a sapere.