Il Dipartimento di Giustizia statunitense è preoccupato della possibilità che le società coinvolte nella distribuzione degli eBook abbiano fatto cartello per fissarne i prezzi sotto banco. Le accuse sono piuttosto pesanti, e Apple è tra le indagate.
A lanciare il sasso nello stagno è stato il Wall Street Journal con un recente articolo, in cui si legge che Apple e cinque case editrici (HarperCollins Publishers, Hachette Book Group, Macmillan Publishers, Penguin Group e Simon & Schuster) saranno presto oggetto delle attenzioni dell’Antitrust e dell’accusa di collusione al fine di ottenere rialzi artificiosi nei prezzi del mercato degli eBook.
Molti avrebbero già dato inizio ad una serie di colloqui preventivi, nella speranza di evitare le schermaglie legali e soprattutto i rischi collegati ad una sentenza infausta; già, perché un eventuale sconfitta si tradurrebbe quasi certamente in un effetto domino sull’intero settore con un conseguente livellamento al ribasso dei prezzi praticati agli utenti.
All’origine del problema, il modello economico scelto, spinto nientemeno che da Steve Jobs in persona:
Mentre Apple si preparava a introdurre il primo iPad, Steve Jobs -e poi il CEO successivo- suggerì di passare ad un “agency model” che conferiva agli editori il diritto di scegliere il prezzo del libro, da cui Apple avrebbe trattenuto il 30%. Si era anche accordata affinché gli editori non vendessero i medesimi libri altrove a prezzo inferiore. “Abbiamo detto agli editori ‘usiamo il modello agenzia’, in cui voi regolate il prezzo e noi prendiamo il 30%, e sì, i clienti pagheranno un po’ di più, ma questo è quello che volete comunque, no?” Avrebbe detto il Sig. Jobs stando a quanto riportato dal suo biografo, Walter Isaacson.
Quando -nel 2010- l’accordo iniziò a produrre i primi frutti, le case editrici chiesero ad Amazon di alzare i prezzi degli eBook commercializzati sul suo store, ricevendo tuttavia un fermo diniego e la spiegazione che qualunque cifra sopra i 9,99$ sarebbe risultata eccessiva. Da quel momento, molti popolari titoli Macmillan hanno iniziato a scomparire misteriosamente dal sito di-ecommerce, ed è proprio partendo da quest’ultimo evento, che il Dipartimento di Giustizia ha iniziato a muoversi.
Interrogata sull’argomento, Apple si è trincerata dietro ad un inamovibile no-comment.