L’assistente virtuale di Cupertino non è perfetto, e a quanto pare non funziona come pubblicizzato negli spot Apple. Per questa ragione un utente di Brooklyn, Frank M. Fazio, ha fatto causa a Cupertino. Siri, afferma, è una frode.
Sappiamo che ha problemi con gli accenti e che col giapponese se la cava maluccio, ma anche con l’inglese evidentemente non è tutto rosa e fiori. Secondo Fazio, la pubblicità che Apple manda in onda “fornisce un messaggio ingannevole e fuorviante” e per questa ragione ha dato il via alla class action contro la mela:
In molte reclame televisive di Apple, gli individui sono mostrati mentre usano Siri per fissare appuntamenti, trovare ristoranti e persino per imparare gli accordi d’una canzone rock sulla chitarra o per annodare una cravatta. Negli spot, tutti questi compiti sono portati a termine con facilità grazie all’aiuto di Siri, una feature dell’iPhone 4S, con una rappresentazione della realtà contraria ai risultati operativi reali e alle prestazioni di Siri.
Quando le si chiede indicazioni per un certo negozio, afferma l’uomo, “Siri non capiva o, dopo una lunga attesa, forniva la risposta sbagliata.” Ecco perché, più che di una feature, si tratterebbe “tutt’al più d’un lavoro in corso.” Sull’argomento, Apple si è chiusa a riccio; il testo intero della denuncia, invece, lo trovate in formato PDF a questa pagina. I danni non sarebbero stati esplicitati.