Come sapete, i diritti sindacali in Cina sono, per usare un leggiadro eufemismo, un po’ elastici. Come i diritti civili e politici, del resto. Ci sono scioperi in una fabbrica? Nessun problema, assumiamo altre persone in un’altra. In realtà, secondo questo pezzo di MicGadget, le due notizie che abbiamo riassunto potrebbero non essere direttamente collegate: alcuni lavoratori incrociano le braccia e l’azienda, per far fronte alle probabili altissime richieste di iPhone 5 decide di assumere altro personale che dovrà lavorare in un’altro complesso industriale.
Iniziamo dallo sciopero: ha coinvolto gli operai della fabbrica di Taiyuan, un città nel Nord della Cina. Come si vede dal video qui sopra, non pochi lavoratori sono scesi in strada, per protestare contro un mancato aumento salariale:
“I lavoratori che protestano hanno detto che Foxconn aveva promesso di alzare i salari a tutti gli operai. Invece, la compagnia ha aumentato le paghe ai manager e ai tecnici, ma non ai lavoratori di livello più basso. […] Un operaio “entry-level” in Foxconn è pagato circa 1.550 yuan (più o meno 180 Euro) al mese, dopo tre mesi lo stipendio aumenta a 1.800 yuan (210 Euro circa). Con i bonus e gli straordinari, un lavoratore arriva a guadagnare tra i 2.200 e i 3.500 yuan (tra i 260 e i 410 Euro).”
Intanto, però, un altro “problema”, ben diverso, deve essere risolto: Foxconn dovrà produrre circa 48 milioni di iPhone 5 all’anno. Diventa necessario, dunque, assumere nuovo personale, soprattutto se in una fabbrica gli operai iniziano a scioperare. Certo, MicGadget ricorda che il complesso i cui operai hanno scioperato non è, forse, quello maggiormente coinvolto nella produzione di iPhone 5 (a differenza della fabbrica di Zhengzhou), quindi l’aumento di personale è in qualche misura necessario al di là delle proteste sindacali. Tuttavia, la concomitanza delle due notizie non può che far riflettere: si sciopera in una fabbrica? E che problema c’è? Assumiamo altri operai in un’altra. Semplice, no?