L’ultimo resoconto di NPD sulle performance finanziarie di Cupertino per il mese di marzo suggerisce che le vendite di Mac negli Stati Uniti siano cresciute molto meno del previsto, e che dovremo aspettarci quindi risultati fiscali un po’ meno stellari rispetto al solito. Ad alimentare il fenomeno, l’attesa dei consumatori per un refresh dei computer con la mela.
Secondo Munster, nel trimestre che si conclude a marzo i Mac venduti si attesteranno tra i 4,1 e i 4,4 milioni d’unità; un risultato che si traduce in un +9% o -al massimo- in un +17% di crescita su base annuale, ma che non basterà a soddisfare le attese di analisti e investitori. La parte da leone la faranno semmai iPhone e iPad, al cui confronto il Mac impallidisce: a marzo, i computer con la mela genereranno a malapena il 15% del fatturato di Cupertino. Una visione su cui concorda anche Katy Huberty di Morgan Stanley.
La situazione dovrebbe sbloccarsi più in là nel corso dell’anno, probabilmente verso l’estate. Per allora, MacBook Pro, MacBook Air e iMac saranno già stati aggiornati ai nuovi chipset Ivy Bridge, e visto che MacBook Pro e iMac da soli rappresentano mediamente il 50% dei Mac venduti, la crescita dovrebbe tornare su ritmi meno letargici in men che non si dica.
Il problema comunque sembra per lo più riguardare il mercato domestico. In Asia e nei paesi emergenti, le cose non sono mai andate tanto bene: per merito del cosiddetto halo effect derivante da iPhone e iPad, di Mac se ne vendono decisamente di più.