Aggiornamento del 13 gennaio 2016 – A cura di Rosario.
[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/184609/ueusa-non-proteggono-privacy-le-implicazioni-per-apple”][/related]La foto qui sopra risale a due anni fa, ma come sappiamo l’incontro alla Casa Bianca c’è stato davvero. Tim Cook e i vertici di altre aziende come Facebook, Twitter, Cloudflare, Google, Dropbox, Microsoft e LinkedIn hanno visto le alte cariche delle autorità americane, per discutere dei modi in cui le aziende tecnologiche possono aiutare a combattere il terrorismo.
Tra gli argomenti toccati, a quanto pare anche quello legato alla protezione dei dati, di cui Apple così come le altre aziende è ferma sostenitrice: in merito, The Intercept ha pubblicato quelle che sarebbero state le richieste di Tim Cook al governo americano, ribadendo il proprio no alle backdoor aperte per scopi investigativi. Secondo il report, Cook avrebbe addossato alla Casa Bianca la responsabilità di dare un segnale importante contro questa pratica.
In questo modo, Obama e il suo staff andrebbero a contrastare le richieste arrivate da altri soggetti come l’FBI, secondo cui le società tecnologiche dovrebbero invece fornire accesso ai contenuti protetti, sotto richiesta delle autorità. Loretta Lynch, procuratore generale degli Stati Uniti dal 2015, avrebbe risposto con la richiesta di individuare un equilibrio, deciso dall’amministrazione, tra la privacy e la sicurezza nazionale.
Via | 9to5mac.com
Apple alla Casa Bianca per fronteggiare il terrorismo
[img src=”https://media.melablog.it/5/5ad/tim-cook_casabianca.jpg” alt=”tim-cook_casabianca.jpg” align=”center” size=”large” id=”187134″]
Post originale dell’8 gennaio 2016 – A cura di Giacomo Martiradonna.
Rappresentanti di Apple e altre società della Silicon Valley sono stati invitate alla Casa Bianca per incontrare i servizi segreti USA e diversi alti funzionari delle forze dell’ordine. Scopo dell’incontro, comprendere meglio l’uso dei social media da parte dei gruppi terroristici come l’ISIS.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/185942/attentati-parigi-lisis-usa-imessage-e-sconsiglia-whatsapp-e-skype”]In seguito ai gravi di fatti di Parigi in cui hanno perso la vita più di 130 e ne sono rimaste ferite quasi 400, si è aperto il dibattito sulla questione dei canali di comunicazione digitale utilizzati dai terroristi. Si scopre così che iMessage è tra le app considerate sicure, mentre WhatsApp e Skype vengono sconsigliate.[/related]
[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/156918/usa-la-sicurezza-di-iphone-aiuta-i-terroristi”]Dagli USA giunge un nuovo, tronituante monito: l’eccessiva sicurezza di iPhone aiuterebbe addirittura i terroristi.[/related]
Stando a quanto riportato da Reuters, un manipolo di dirigenti e pezzi grossi -tra cui lo stesso Tim Cook- si vedranno alla Casa Bianca per discutere le modalità con cui i social media aiutano a promuovere l’ISIS e a fare proseliti nel mondo. La speranza è di comprendere meglio alcuni meccanismi e combattere la propaganda terroristica su Internet, alla luce dei fatti di Parigi e San Bernardino.
Oltre a Cupertino, saranno presenti tra gli altri Facebook, Google, Twitter, Dropbox e Microsoft, faccia a faccia con FBI, consiglieri presidenziali, National Intelligence e National Security Agency.
[related layout=”right” permalink=”https://www.melablog.it/post/151758/imessage-la-crittografia-di-apple-infastidisce-i-governi”]La robusta crittografia alla base di iMessage non piace al potere. Dopo i malumori del governo statunitense, ora anche in UK Cameron vuole la backdoor preferenziale.[/related]
E mentre i governi di mezzo mondo tentano di persuadere le multinazionali high-tech ad aprire back-door governative nei loro software e servizi, Tim Cook dal canto suo si è sempre detto contrario: una porta lasciata aperta al governo potrebbe essere usata anche da un malintenzionato; e questo avrebbe ripercussioni perfino peggiori e di larga scala.