Foxconn risponde seccamente alle accuse rivolte dal Mail on Sunday, che in un recente reportage descriveva gli stabilimenti cinesi di produzione di iPod come luoghi di sfruttamento. Secondo il portavoce di Foxconn, Edmund Ding, ci sono forti discrepanze tra la verità e quel reportage, tanto forti da sembrare un cosciente attacco diffamatorio.
Prima di tutto Foxconn nega che a Hon Hai possano trovarsi 200mila lavoratori, visto che che il personale mondiale dell’azienda non supera i 160mila impiegati. Inoltre l’azienda sostiene di rispettare il salario minimo imposto dalla legge cinese (101$ nella zona a statuto economico speciale di Shenzen, 87$ nel resto del paese). Secondo il reportage lo stipendio, invece, non supererebbe i 40€, a Hon Hai.
Infine ci si difende anche sul piano delle condizioni di vita nei dormitori, ricordando che sono sicuri, ben equipaggiati, con strutture di lavanderia, sportive, librerie ed altre strutture. Secondo il Mail on Sunday nei dormitori potevano convivere anche i 100 persone, senza possibilità di accesso dall’esterno.
Foxconn ha annunciato il suo intento di querelare il giornale, mentre Apple ha già dichiarato l’intenzione di far luce sui fatti. La verità, ovviamente, non la sa ancora nessuno.